Catanzaro – Il ritorno di Pino Masciari a Catanzaro, accolto dall’Arcivescovo Metropolita Vincenzo Bertolone, venti anni dopo, si realizza davanti ad una platea di giovani (veri protagonisti della serata anche sul palco con uno sketch, una ballata in stile rap e prodotti del laboratorio progettuale), sacerdoti e laici impegnati nella vita ecclesiale e civile del territorio diocesano. Si notava in particolare la presenza degli scout dell’Agesci e degli studenti delle scuole che, dall’ottobre scorso, hanno sviluppato il progetto “Testimoniare la giustizia, costruire la pace”. Un percorso, ha spiegato don Ivan Rauti, responsabile del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile, reso possibile dalla sinergia con l’Ufficio Scolastico Regionale, rappresentato da Stella Franco: “Complessivamente sono state tredici le scuole superiori della provincia che hanno aderito al progetto, con un lavoro costante di formazione e informazione, finalizzato a promuovere l’educazione alla cittadinanza e alla legalità dei giovani calabresi”. Presente all’incontro anche Marisa Manzini, Sostituto Procuratore Generale della Repubblica di Catanzaro, magistrato da anni in prima linea contro la criminalità organizzata. Un contributo, quello della Manzini, che ha gettato luce sullo stato attuale della legge sui testimoni di giustizia e sulla differenza che intercorre tra questi e i collaboratori di giustizia. La voce della Chiesa del territorio è stata quella autorevole del pastore, monsignor Bertolone che si è soffermato in particolare sulla bontà del ruolo di testimone che, nel gergo ecclesiale, è sinonimo di martire: “Quando parlo di don Puglisi, spesso sottolineo che hanno ucciso un uomo, ma hanno creato un popolo. Pino Masciari è invece un testimone vivente che parla, che cerca di formare coscienze con un forte bisogno di sentirsi normali, perché nella nostra terra non c’è bisogno di eroi. C’è piuttosto bisogno di sentirsi felici con il coraggio di guardarsi alla specchio, con la convinzione di aver operato con onestà e dignità”. Il presule, con intensa commozione, ha quindi citato il generale Carlo Alberto Della Chiesa e la sua certezza che “se in Italia c’è un potere, questo è quello della Stato”. “Oggi in Italia – ha affermato monsignor Bertolone – le leggi ci sono, ma abbiamo un politica debole, dove si insinua con facilità la malavita. C’è bisogno di uomini come Masciari che offrono un messaggio di libertà con coraggio e coerenza di vita!”.
Pino Masciari, dal canto suo, visibilmente emozionato, nel ripercorrere la storia della sua vita, si è più volte rivolto ai giovani presenti invitandoli all’impegno costante per la libertà e la giustizia: “E’ stato malinconico tornare a Catanzaro oggi. Ho pensato che da venti anni non sono più padrone della mia vita: ho lasciato il certo per l’incerto, ma anche nei momenti più difficili non ho mai perso la fiducia nello Stato”. “Il mio sogno – ha detto Masciari – era quello di essere un imprenditore vero in una terra tanto amata quanto disgraziata. Per questo ho detto no al ricatto degli uomini del malaffare, perché volevo essere un imprenditore libero!”. “Mio padre – ricorda Masciari – mi ha insegnato che bisogna aiutare chi versa in stato di bisogno, così come mi ha esortato a non scendere a compromessi. E così ho fatto, denunciando senza conoscere le conseguenze che hanno di fatto dichiarato la mia morte civile”. L’invito di Masciari ai giovani presenti ha le caratteristiche di chi sente sulle spalle la responsabilità di lasciare un messaggio di speranza: “Il mio sogno è stato interrotto in modo brusco. Non ci sono i partigiani di una volta. Oggi occorre scrivere, parlare, fare rete. Io mi definisco un imprenditore di legalità e sono disposto a morire per il tricolore, per lo Stato, ma non sono disposto a morire per il potere. Fate in modo di organizzare la speranza per riscattare questa terra dai soprusi di chi soffoca il diritto alla libertà!”. Infine Teresa Pirritano, coordinatrice della commissione diocesana “Giustizia, pace e salvaguardia del creato”: “L’incontro con Pino Masciari è particolarmente significativo perché la sua storia è esemplificativa di tante altre vicende relative ai testimoni di giustizia. Ma è soprattutto importante perché ci dà la possibilità di riaccogliere pubblicamente nella sua città natale questo nostro concittadino coraggioso e tenace. Questa serata vuole essere perciò un omaggio affettuoso a Pino e alla sua famiglia, come pure a tutti coloro che in nome della dignità e della giustizia si sono trovati di fronte a scelte difficili. Anche qualora avessero dovuto abbandonare la loro terra, speriamo li accompagni la certezza che non li abbiamo dimenticati e che li portiamo nel cuore”. L’incontro è stato moderato da Ture Magro, attore protagonista dello spettacolo teatrale ”Padroni della nostre vite”, prodotto dalla compagnia “SciaraProgetti” e tratto dalla storia di Pino e Marisa Masciari e che ha registrato, in questi mesi a Catanzaro e Soverato, la partecipazione di seicento studenti delle scuole.
Articolo di Mario Arcuri \”Il Quotidiano della Calabria del 1giugno2014\”
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