11 settembre 2001 – 11 settembre 2021, 20 anni da quel triste giorno in cui il mondo è cambiato. Per la prima volta l’America fu attaccata dentro i suoi confini, due aerei colpirono le Torri Gemelle, uno il Pentagono e un quarto precipitò prima di raggiungere la Casa Bianca a Washington.
Quel giorno e quelle immagini mandate in onda dalle televisioni di tutto il mondo, hanno cambiato un po’ la vita di tutti.
In che modo? Da quel giorno è iniziata una guerra senza fine al terrorismo. Gli Usa sono diventati “esportatori di democrazia” con le armi, sono iniziate le missioni di pace con le armi. Ma la storia ci ha insegnato che con le armi, con la guerra, non si può portare pace.
Le notizie di questi giorni dall’Afghanistan ne sono la conferma.
Poi c’è stata la guerra in Iraq, la caccia a Osama Bin Laden, i miliardi di dollari per le spese militari e le migliaia di vittime…
E oggi? L’America sta lasciando l’Afghanistan in mano ai talebani in quella che viene ormai considerata una delle peggiori sconfitte nella storia degli Usa, qualcuno la paragona al Vietnam…
E in Iraq la situazione non è migliore. Viene da pensare che gli Usa abbiano dispiegato ingenti risorse militari senza mai comprendere i territori, le ideologie dei gruppi terroristici, i fattori economici, politici e culturali.
Oggi, purtroppo, non è cambiato nulla, anzi forse viviamo un periodo di instabilità socio-economica che ci mette più in pericolo di quanto lo fossimo nel 2001, anche a causa di una pandemia mondiale che ha messo in ginocchio interi settori.
Penso che la Pace, con la P maiuscola, si possa fare con il dialogo e la diplomazia, non con le armi, non con i soldati.
Servono scuole, università, formazione professionale, lavoro, rispetto dei diritti umani ma anche conoscenza delle culture diverse dalla nostra.
Ricordo che qualche anno fa girava una maglietta con il disegno di un libro e lo slogan “Armi d’istruzione di massa”. Ecco cosa servono, armi d’istruzione di massa…