Riportiamo l\’articolo tratto dal settimanale “Il Risveglio”, scritto dalla giornalista Nadia Bergamini (\”La Stampa\”), sulla presentazione del libro di Pino Masciari che si terrà mercoledì 26 gennaio a Mappano (TO), alle ore 20.45 presso la sala delle colonne del C.I.M. in piazza don Amerano n. 1.
La presentazione è stata organizzata dalla biblioteca di Mappano e dal C.I.M. Con l\’autore interverranno: Nadia Bergamini, giornalista (“La Stampa”, “Il Risveglio”) e Gaetano Zaccaria che per primo si è fatto promotore dell\’iniziativa.
La vita dell’imprenditore che denunciò la ‘ndrangheta
Mappano. “Ogni persona che viene a conoscenza della mia storia mi allunga la vita di un giorno”. A scriverlo è Pino Masciari, 50 anni, imprenditore calabrese che ha avuto il coraggio e la forza di sfidare la mafia più potente che esiste: la ‘ndrangheta.
“Organizzare il coraggio” (AddEditore) è il titolo del libro che sarà presentato mercoledì 26 gennaio, alle 20.45 nella sala delle colonne del Cim, il consorzio intercomunale di Mappano, e alla quale prenderà parte lo stesso autore.
Era un impresario edile serio ed onesto, Masciari. Dal padre aveva ereditato l’impresa di Serra San Bruno e a sua volta ne aveva fondata un’altra. Nel 1994, dopo anni di ricatti e soprusi, l’imprenditore è costretto a licenziare gli ultimi operai rimasti nella sua azienda, sfinita dalle tangenti, e denuncia il racket. Per questo nell’ottobre del 1997 lui e tutta la sua famiglia sono costretti ad entrare nel programma di protezione. Scompaiono, senza nulla poter dire alle loro famiglie, rinunciando ad affetti, amicizie, alla loro casa, l lavoro. Da quel momento inizia una vera e propria odissea per lui, la moglie Marisa e i suoi bambini, Francesco e Ottavia, di 2 e 1 anno.
Vivono, si fa per dire, nascosti, reclusi, mentre Pino diventa, mese dopo mese, il principale testimone di giustizia italiano. Con le sue deposizioni fa condannare malavitosi, politici e persino un membro del Consiglio di Stato. Pino e Marisa sono anche stati abbandonati poi dallo Stato, ma intorno a loro è nata e aumenta ogni giorno di più una compagnia di amici che in tutti i modi li sostiene, per quel coraggio, non solo a denunciare, ma accettare quel tipo di vita, in nome della giustizia, che in pochi hanno finora avuto. Il libro è la sua storia: una storia di coraggio e di legalità.
L’ingresso alla serata è libero a tutti.
Ciao Pino, sono una calabrese come te che la sera del 26 gennaio u.s. ha avuto il piacere e l’onore di conoscerti nei locali del CIM di Mappano. Ho ascoltato quanto hai raccontato e condivido appieno tutto ciò che hai detto perchè purtroppo conosco la realtà della nostra regione. Mi dispiace per tutto ciò che te e la tua famiglia avete dovuto subire per colpa di altri e delle nostre istituzioni sorde e assenti. Tutto ciò ti ha fortificato perchè altri al tuo posto si sarebbero arresi mentre tu sei andato avanti per la tua strada ed è questo che fa di te un vero uomo. Per fortuna che hai accanto una gran donna, tua moglie che in questi anni ha condiviso le tue scelte, mi auguro che il peggio sia passato e che il futuro sia un pò più roseo, anche se non potrà mai ripagarvi per tutto ciò di vui vi ha privati.Sei sempre nei nostri pensieri e discorsi, ho già divorato mezzo libro, ti saluto con affetto tua amica Maria Abramo
Ancora grazie per essere venuto a Mappano. E’ stata una serata indimenticabile, una partecipazione attenta e numerosa, un fiume di emozioni, tutti incollati alla propria sedia in religioso silenzio.
Solo quattro ragazzini, della scuola media di Mappano, hanno avuto l’ardire, con la loro impertinente innocenza di interrompere il tuo monologo. Era tardi e dovevano andare a casa, ma volevano prima salutarti e tu li hai baciati ad uno ad uno, mostrando per un attimo un infinita dolcezza,