6 Risposte

  1. Alessandro I. ha detto:

    Parole sante!

  2. Rosa ha detto:

    D’accordissimo!!

    Ma cosa possiamo fare per vincere indifferenza e soprattutto rassegnazione?

  3. mariella ha detto:

    Non si può non condividere sull’emergenza di educare alla cultura della legalità, anche se oggi sembrerebbe piuttosto un disvalore. come spunto di riflessione un articolo sulla scuola bosina.
    CIAOOO!

  4. Paola Toti ha detto:

    Caro Pino, continuo a restare sempre ammirata di fronte alla tua determinazione e alla tua volontà di credere così fortemente in quei valori che dovrebbero essere le fondamenta granitiche di qualunque società civile. La militarizzazione di un territorio è sempre una dichiarazione di fallimento dello Stato,lì dove lo Stato non è riuscito,con tutti i mezzi che pure ha a disposizione,a contrastare la mentalità mafiosa. Nonostante tu sappia bene quali sono i miei valori,oggi ti dico che non sono più ottimista come un tempo. Almeno non lo sono quanto te. Ciò che oggi accade non è solo il fallimento di uno Stato che sembra quasi un’entità astratta,un Deus ex machina che governa e ci governa. Lo Stato,come hai sempre detto tu,siamo noi. Allora è al nostro fallimento che dobbiamo guardare. Nelle cose piccole come in quelle grandi,siamo noi,con la nostra incapacità di vivere nel concreto,ogni santo giorno, quei valori, che stiamo fallendo. La lotta alla criminalità dovrebbe e deve partire dalla lotta verso tutto ciò che è opportunismo,slealtà,personalismo. Se chi ha condiviso con noi tanti momenti,chi ha mangiato con noi e vissuto con noi prove importanti non ha il coraggio di scegliere nella certezza di quella condivisione, quale sarà il percorso che dovremo affrontare per portare un messaggio che sia ascoltato da chi questo mondo,questa realtà,non la conosce e non la vive? Gli esseri umani,e lo dico con grandissima amarezza,sono tendenzialmente traditori del proprio prossimo. Homo homini lupus dicevano gli antichi,e in genere non sbagliavano. La loro saggezza derivava dall’esperienza, la nostra deriva dall’opinione che ci facciamo di ognuno,pronti a cambiarla al primo girar di vento. Amico mio, ho paura che ciò che ci aspetta non sarà altro che il risultato della nostra incapacità di aver fede,fino in fondo,in qualcosa o in qualcuno. Siamo banderuole al vento e danziamo con esso. La nostra visione delle cose,delle persone,degli eventi cambia come cambia il vento poichè la nostra visione della realtà è filtrata dalla nostra incapacità di credere fermamente, e fino in fondo, in qualcosa o qualcuno. Questa è una prerogativa che spetta solo a chi ha il coraggio di pagarne il prezzo. E il prezzo,tu lo sai bene,è sempre molto molto salato.
    Con stima e affetto
    Paola Toti

  5. cosimo ha detto:

    Il problema Italiano è nella assenza totale di quello spirito di nazione che negli altri paesi porta a considerare le varie zone regionali tutte con lo stesso diritto di attenzione e di intervento. Un esempio è la Germania con il suo esmplare sforzo di unificazione con la zona ex povera dell’est. L’Italia ha una sorta di malformazione congenita, un difetto di nascita, una impostazione squilibrata dello stato fin dalla sua unificazione. Il vero guaio dell’Italia e di essere nata non da una voglia di unità, ma da una guerra di occupazione non dichiarata da parte del Piemonte, su concessione dell’Inghilterra e della Francia. L’aver dato autorevolezza e condivisione di potere alla criminalità organizzata, per avere successo nell’occupazione e spoliazione successiva, è stato un errore cosciente dei Savoia ripetuto, purtroppo, dagli alleati americani nell’ultima guerra mondiale. Nel quadro di potere ancora attuale, la funzione della criminalità organizzata è importante per il capitalismo settentrionale (non per la gente comune ) perchè coniuga la sua capacità di finanziamento occulto (i denari illeciti vengono riciclati in borsa o comunque investiti al nord) con la funzione di contenimento delle possibilità di concorrenze geografiche che solleciterebbero investimenti infrasttrutturali in zone destinate all’assistenzialismo e ad essere solo massa di consumo.
    Vito Ciancimino scriveva: io e Berlusconi siamo figli della stessa lupa…io ho fatto a Palermo quello che lui ha fatto a Milano…..ma per questioni geografiche io sono stato arrestato e lui invece no.
    E’ una frase che la dice lunga sul sistema di potere in Italia. Il capitalismo del nord si è fatto socio e complice della criminalità organizzata per mantenere lo status quo che conviene ad una sola parte geografica della nostra Italia. Si arrestano i criminali perdenti e ci si lascia finanziare ancora dai vincenti, in un gioco permanente delle parti.
    Il problema è l’alleanza perdurante fra capitalismo italiano e criminalità organizzata.
    La speranza può essere riposta solo nello spezzare questa alleanza con l’aiuto di quei movimenti, quelle forze sociali e politiche che si battono per la legalità e la questione morale. Lotta dura e lunga, ma è l’unica strada

  6. daniela ha detto:

    come sempre dici cose giustissime e molto avanti nei tempi: nelle scuole si parla di legalità ma sempre in modo aleatorio e senza fare molti riferimenti concreti.In Cmpania il 19 marzo le scuole restavano chiuse in memoria di Don Peppino Diana; ebbene pochi ma davvero pochi alunni conoscono l’esistenza di questo grandissimo uomo. Allora bisogna fare di più come dici tu partendo dalla scuola,è lì il futuro del nostro paese.sei grande Pino continua così…

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