L’odissea di un imprenditore
ha denunciato racket e malaffare
ma con la famiglia è stato relegato altrove
di Marialucia Conistabile
In questa settimana ritornerà in Calabria. Mercoledì un altro processo lo aspetta a Catanzaro. Per l’ennesima volta, dunque, Pino Masciari lascerà la località “una volta” protetta, ma quando sarà nella regione sfiorerà senza potersi fermare il Vibonese.Lui nella sua terra avrebbe voluto tornare, anzi da Serra non avrebbe mai voluto andarsene. Invece con la sua famiglia – la moglie Marisa è una dentista –è stato costretto a trasferirsi altrove. «Sono una vittima del dovere, altroché testimone di giustizia – sbotta Masciari – sono un imprenditore che ha avuto il coraggio di denunciare le richieste del racket e della politica che pretendeva da il 6 per cento su ogni appalto e per questo è stato costretto a fuggire via come un ladro. Dovevo rimanere qui e avere garantita la sicurezza; è qui che dovevo camminare a testa alta, perchè è qualche altro a doverla abbassare davanti a me…». Ogni viaggio in Calabria per l’imprenditore di Serra San Bruno si trasformano in vere e proprie odissee senza considerare il senso di amarezza che lo avvolge ogni volta che ritorna nella sua terra, dalla quale oltre dieci anni fa è stato lui, sua moglie e i suoi figli, a doversene andare. Oggi Confindustria – particolarmente in Sicilia – invita i propri iscritti alla denuncia del malaffare, li esorta….
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fonte: Gazzetta del Sud dell’ 8 ottobre 2007