Giorni fa\’ il Presidente Mattarella affermava che la lotta alle mafie è una questione prioritaria e va\’ affrontata con determinazione! Assolutamente condivisibile, peccato che la realtà dei fatti sia ben altra perchè chi la lotta alle mafie la fa\’ realmente è abbandonato dallo Stato e dal Governo! Magistrati con auto blindate vecchie e fatiscienti (cosa che sicuramente non è per i politici), inasprimento delle pene e l\’incremento della sicurezza del tutto inesistenti, il \”testimone di giustizia\”, quella figura che in passato era la chiave importante per l\’arresto dei mafiosi è oggi più che mai allo sbaraglio, si chiede alle persone, agli imprenditori di testimoniare ma poi non si assicurano le più minime misure di sicurezza. Un Governo che taglia la sanità, l\’istruzione, le pensioni, ma che non pensa a rendere più efficace la macchina delle forze dell\’ordine e giuridiche non può pensare di poter fare una lotta alle mafie concreta. Per cui caro Presidente Mattarella, siamo d\’accordo con lei nell\’affermare che la lotta alle mafie va\’ fatta in modo serio, ma dia prima un\’occhiata in che situazioni versano le Procure, i Tribunali e la maggior parte delle Forze dell\’Ordine, le loro carenze strutturali e materiali, personale carente e pessima qualità operativa e funzionale. Faccia in modo che la casta politica si privi di tutti quei benefit che sono la vergogna di questo paese e li destini a chi veramente rischia la vita ogni giorno, Magistrati, Agenti delle Forze dell\’Ordine e Testimoni di Giustizia, solo così si potrà parlare di \”lotta alle mafie\”!
La lotta alla \’Ndrangheta su auto blindate vecchie e guaste
Le carenze nella Procura di Catanzaro denunciate da “L\’Espresso”
Auto blindate della scorta che restano a piedi sulle strade durante i tragitti di lavoro. Carichi di lavoro sempre più grandi per un numero esiguo di magistrati che può occuparsene. E\’ questo quello che accade alla Dda di Catanzaro. A scriverlo è “L\’Espresso” che parla dei guasti alle macchine a disposizione degli inquirenti che si sono fermate per ben tre volte negli ultimi mesi. Appena un anno fa il settimanale denunciava anche la carenza di organico per gestire un vastissimo territorio come il distretto giudiziario di Catanzaro, il terzo per grandezza nel meridione dopo Napoli e Palermo. I sostituti della Dda di Catanzaro, sono competenti su reati di \’ndrangheta e processi antimafia che si susseguono nel capoluogo e nei territori di Vibo Valentia, Crotone, Cosenza, Castrovillari, Lamezia Terme e Paola. Nonostante la richiesta di aiuto inviata al Csm e alla politica dagli organi competenti non è arrivata alcuna risposta e la situazione è peggiorata.
Ad esempio, scrive “L\’Espresso”, rispetto all’anno scorso, all’ufficio gip, che si occupa degli arresti cautelari dei mafiosi, manca il presidente titolare, trasferito lo scorso dicembre in Corte d’Appello. E a breve lascerà per altro incarico il presidente facente funzione. Senza considerare che la procura antimafia può contare sulla presenza di soli sei pm.
Presto Catanzaro dovrebbe vedere inaugurata la nuova “cittadella giudiziaria” per potenziare gli apparati del tribunale, ma la verità è che i problemi sono ben altri.
“La Ndrangheta è il fenomeno criminale più pericoloso eppure a Catanzaro, che è il terzo distretto del meridione, abbiamo solo sei magistrati che devono occuparsi di un territorio vastissimo” ha commentato il procuratore aggiunto di Catanzaro, Giovanni Bombardieri.
Carenze denunciate anche dal magistrato della Dda, Vincenzo Luberto. Entrambi mettono in evidenza anche che “L’ufficio gip è in affanno, tanto che dalla richiesta di arresto presentata dalla procura alla risposta dei giudici può passare anche un anno e mezzo”.
A fronte di questa grave situazione è sempre più lecito chiedersi se la lotta alla \’Ndrangheta sia davvero una priorità, come proclama il Presidente della Repubblica Mattarella. A guardare lo stato attuale delle cose la risposta è assolutamente negativa.