\”Stato e antistato confliggono e confliggeranno ancora per molto tempo: poi, uno dei due prevarrà. Io auspico e combatto ogni giorno perchè lo Stato prevalga in questa lotta.
Sentire abbinare l\’infame nome della \’ndrangheta a una delle massime Istituzioni del nostro Paese certo non fa bene al morale, ma deve essere fatta chiarezza, e va fatta in tempi molto brevi: non possiamo permetterci tentennamenti in una guerra come questa.
La verità fa paura solo a chi non la dice\”
____________________________
Fonte: Il Fatto Quotidiano – Infiltrazione della ‘ndrangheta nella Cassazione? Probabilmente non è l’unico episodio di tentativo di infiltrazione della organizzazione criminale calabrese tra i supremi giudici. C’è una inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, riporta oggi il quotidiano La Repubblica, che punta a Roma, a piazza Cavour. Leggendo migliaia di pagine di intercettazioni ambientali in carcere tra il “prestanome” della cosca Tegano di Reggio Calabria, Giuseppe Rocco Rechichi ex dirigente della Multiservizi del comune di Reggio Calabria, e la moglie Maria Lisa Petraia, che adesso è stata denunciata per favoreggiamento, che è spuntata al talpa che poteva aiutare la cosca. L’indagine, coordinata da Giuseppe Pignatone ex primo pm di Reggio ora capo della Procura di Roma e al sostituto Giuseppe Lombardo, ha permesso identificare il magistrato della Cassazione che avrebbe dispensato “consigli” giuridici a Rechichi, assicurandogli che il provvedimento di custodia cautelare in carcere sarebbe stato annullato. Così è stato anche se poi la decisione del carcere è stata nuovamente confermata con il ricorso degli inquirenti.
La toga romana veniva chiamata da Rechici il “medico di Roma” e il detenuto chiedeva in continuazione alla moglie se aveva trovata la “cura”. La signora non era malata, ma la cura – che prevedeva di far sapere il numero della pratica “medico” – stava procedendo come poi gli investigatori della Squadra Mobile hanno potuto verificare. Il magistrato compiacente potrebbe essere una donna probabilmente di origini calabresi. Sapere quando riceveva la moglie di Rechichi è difficile perché la moglie del detenuto viaggiava sempre senza cellulare e si spostava in treno.