Il Governo, lo Stato, la politica, tutti sempre in prima fila si parla di lotta alla corruzione ma poi quando accade che la corruzione è dentro l\’Agenzia delle Entrate, l\’Ente per eccellenza preposto alla riscossione per conto dello Stato delle nostre tasse, allora c\’è chi fa\’ un passo indietro, chi fa\’ finta di non sentire o capire e ancor peggio, c\’è chi si volta e scappa via. Tutti complici perchè indifferenti di questa situazione che ormai è diventata ingestibile e assolutamente non accettabile. L\’ultimo, ma solo per ordine di tempo, è accaduto in Abruzzo dove il vice direttore dell\’Agenzia delle Entrate di Pescara, tale Giovanni Imparato, nonchè CAPO DEL SETTORE LEGALE, (la legalità non l\’hanno studiata nemmeno sui libri) intascava mazzette per \”aggiustare\” pratiche di contenziosi affermando che “Un milione a me mi spetta. Io semino sempre poi raccolgo quando si raccoglie” dimostrava che questo status andava avanti da molto tempo. Questo è solo l\’ultimo atto di corruzione che viene scoperto presso l\’Ente di riscossione dello Stato e tutto ciò non può essere accettato dai cittadini che a tale Ente versano i sacrifici della propria vita lavorativa e sociale, pertanto lo Stato, il Governo hanno un dovere da compiere per fermare questa scia di corruzione ed è di \”azzerare\” completamente l\’Ente con tutte le cariche dirigenziali e ripartire da zero con controlli duri e più frequenti. È sempre la storia di chi controlla il controllore, ma in questo caso il controllore è fuori controllo!
Corruzione, “un milione spetta a me”. Arrestato dirigente dell’Agenzia delle Entrate di Pescara
Indagine della Guardia di Finanza. Il capo del settore legale e di fatto il numero due della società risponde anche del reato di atti contrari a doveri d’ufficio. Immortalato mentre intasca una mazzetta da 15mila euro per pilotare un contenzioso pendente presso la Commissione Tributaria Regionale Abruzzo
“Un milione a me mi spetta. Io semino sempre poi raccolgo quando si raccoglie”. A parlare, intercettato dagli uomini della Guardia di Finanza, Giovanni Imparato, capo del settore legale e di fatto il numero due dell’Agenzia delle Entrate di Pescara, arrestato per corruzione per atti contrari a doveri d’ufficio.
Imparato al telefono racconta quanto può fare per la società sotto indagine da parte del Fisco. Si tratta della Cross Città Mercato, azienda che ha realizzato un centro commerciale a Formia (Latina), finita nel mirino delle Fiamme gialle. “Sai quanto vale questo scritto che ho fatto io? – prosegue l’intercettazione ambientale negli uffici pescaresi – sono 38 milioni, un milione spetta a me”. Uno scritto che doveva servire per pilotare un contenzioso pendente presso la Commissione Tributaria Regionale Abruzzo.
L’inchiesta è arrivata a Pescara in quanto uno dei rappresentanti legali della società è domiciliato nella città adriatica. A seguito di una verifica da parte delle Fiamme Gialle era poi partito il contenzioso.
Imparato era stato intanto già sospeso dai vertici dell’Agenzia a metà aprile dopo una perquisizione avvenuta negli uffici pescaresi.
Nel video realizzato dagli investigatori a Roma c’è l’incontro tra il funzionario dell’Agenzia e il commercialista della società a Roma e il passaggio della busta bianca con i 15mila euro dentro tutti in tre mazzette da 50 euro legati con degli elastici. Imparato è finito ai domiciliari ed è accusato di corruzione dal pm Mancini della distrettuale Antimafia dell’Aquila. A Roma, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Pescara hanno sequestrato i soldi consegnati al funzionario da un commercialista di Formia, anch’egli finito ai domiciliari.