\"mafia-e-politica\"

Abbiamo un tasso di disoccupazione altissimo, senza considerare quello tra i giovani che è spaventosamente alto e la politica che fa? Prima rimuove dai ruoli chi è indagato per associazione mafiosa per poi reinserirli, sempre nelle Istituzioni, con ruoli diversi e più importanti, ma sempre indagati per mafia! E\’ il gioco del riciclo di questa politica affaristica fatta di compromessi ed \”inciuci\”. Quanto accaduto a Roma accade ogni giorno nelle stanze del potere politico italiano. Inoltre l\’affermazione del sindaco di Roma Marino è a dir poco assurda:

….«non si tratta di una promozione, ma di un atto obbligatorio». Politano è un dirigente del Comune, non poteva – dicono nello staff del sindaco – essere sospeso «sine die» per il solo fatto di essere indagato e avrebbe potuto «fare causa all’amministrazione».

Sig. Sindaco, \”il solo fatto di essere indagato\”, peraltro per associazione mafiosa, è già di per se un atto gravissimo ed ancor più trattandosi di un dirigente pubblico! E\’ il gioco della politica italiana quello del \”riciclo\” di personaggi scomodi che vengono tolti e poi rimessi in ruoli diversi, non si tratta di atti obbligatori ma di un vergognoso gioco delle parti!

[da: roma.corriere.it]

Mafia Capitale, rimosso e promosso Walter Politano al Decentramento

Trasferito dall’Anticorruzione perché indagato per 416 bis. Il Campidoglio: «Atto obbligatorio». Ma altri non hanno atteso solo due mesi

di Ernesto Menicucci

ROMA – Dalla Trasparenza e anticorruzione al coordinamento dei Municipi. Passando però – particolare non da poco – per l’inchiesta sul «Mondo di mezzo», dove è indagato per associazione mafiosa. Uscito dalla porta, Walter Politano, il dirigente che Ignazio Marino nominò a responsabile dell’anticorruzione del Campidoglio, salvo poi «scoprire» che quella nomina (stando almeno alle carte dell’indagine giudiziaria) sembrava orientata dal sistema Buzzi-Carminati, rientra dalla finestra. In posizione certo un po’ più defilata, al coordinamento del decentramento amministrativo, ma pur sempre in un ruolo operativo.

Il Comune: atto dovuto

Secondo il sindaco «non si tratta di una promozione, ma di un atto obbligatorio». Politano è un dirigente del Comune, non poteva – dicono nello staff del sindaco – essere sospeso «sine die» per il solo fatto di essere indagato e avrebbe potuto «fare causa all’amministrazione».

 Tempi record

Tutto vero, per carità. Quello che colpisce, però, in questa vicenda, è soprattutto la tempistica. Il nome di Politano, nell’ambito di Mafia Capitale, finisce sui giornali ai primi di dicembre. L’ordinanza di «ricollocamento» firmata da Marino è dell’11 febbraio, appena due mesi dopo. Un record assoluto. Specie se si pensa che, appena arrivato, il sindaco tenne in stand-by per diversi mesi alcuni dirigenti comunali che avevano avuto ruoli apicali sotto la giunta Alemanno. Anche loro, poi, sono stati ricollocati ma quasi tutti in posizioni di secondo piano. Politano, invece, uno dei pochi su cui ancora grava l’accusa di associazione mafiosa (per diversi indagati di Mafia Capitale quel capo d’imputazione è caduto), in appena 60 giorni è di nuovo in sella. Miracoli della politica.

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