In merito alla notizia secondo cui la Regione Calabria assegnerà una borsa di studio a Denise Cosco, giovane figlia di Lea Garofalo, la testimone di giustizia di Petilia Policastro, vittima della mafia, eliminata con le modalita\’ della \’\’lupara bianca\’\’ a Milano nel dicembre del 2009\’, Pino Masciari commenta:
“E’ una bella notizia in particolare per Denise Cosco, e più in generale per tutti quelli che continuano a lottare contro quelle mafie che sperano nel silenzio delle Istituzioni. La Regione Calabria, con questo gesto, da un segnale forte e preciso a tutti coloro che ci vogliono far vivere nella paura. E’ in casi come questi che lo Stato può e deve fornire sostengo a chi, vittima delle persecuzioni mafiose, deve poter non solo sopravvivere, ma vivere lavorando. E’ per questo motivo che insisto sul fatto che lo Stato deve poter fornire lavoro, oltre che protezione. E’ nel lavoro che ci si realizza, ed è con il lavoro onesto che si sconfiggono le mafie.”
CALABRIA/REGIONE: TALARICO CONSEGNA BORSA STUDIO A FIGLIA LEA GAROFALO
(ASCA) – Reggio Calabria, 24 gen – \’\’Una borsa di studio della Presidenza dell\’Assemblea in favore di Denise Cosco, giovane figlia di Lea Garofalo, la testimone di giustizia di Petilia Policastro (Kr), vittima della mafia, eliminata con le modalita\’ della \’\’lupara bianca\’\’ a Milano nel dicembre del 2009\’\’ sra\’ consegnata domani, alle ore 11, a Palazzo Campanella di Reggio Calabria, dal Presidente del Consiglio reigonale della Calabria, Francesco Talarico.
A ritirare l\’attestato con l\’assegno, nello studio del presidente Talarico, sara\’ la zia della ragazza, sorella della madre, in quanto Denise vive in una localita\’ segreta sottoposta a regime di protezione su disposizioni della magistratura, perche\’ ritenuta nel mirino della \’\’Ndrangheta.
Come si ricordera\’, Lea Garofalo, 36 anni, testimone di giustizia, poco piu\’ di un anno fa e\’ svanita nel nulla a Milano e, secondo gli inquirenti dell\’antimafia, rapita, torturata e assassinata. Due collaboratori di giustizia hanno anche rivelato che il cadavere della sfortunata donna di Petilia sarebbe stato sciolto in un bidone di acido muriatico.
Bene!