\”E\’ con un profondo senso di tristezza che leggo questa notizia. Che dire? Che c\’era da aspettarselo? Che le cose non possono cambiare? Che nonostante tutte le campagne di sensibilizzazione e i protocolli di intesa tra le Isituzioni e gli imprenditori nulla è cambiato? La tentazione di farsi prendere dallo sconforto è forte, è vero. Ma io non lo farò: non mi farò prendere dallo sconforto, non mi farò abbattere. Se la Calabria è ultima in questa classifica è anche perchè gli sforzi vanno moltiplicati e tutti devono metterci ancora maggiore impegno. Tutti insieme ce la potremo fare\”.
Di seguito, l\’articolo
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C’è qualcosa di nuovo, anzi di antico nella parte della relazione della Direzione investigativa antimafia (Dia) relativa all’analisi tecnico-finanziaria delle operazioni sospette di riciclaggio. Nel secondo semestre 2010 sono, ancora una volta, aumentate: 14.201, con un incremento del 10,70% rispetto al semestre precedente.
Quelle “selezionate” dalla Dia hanno consentito di esaminare la posizione di 17.009 persone (di cui 5.218 straniere) legate in qualche modo alla criminalità organizzata. Tra quelle selezionate sono state trattenute 141 segnalazioni, di cui 7 riferibili a stranieri.
LA PROVENIENZA GEOGRAFICA
Fin qui i numeri nudi e crudi che, tra l’altro, testimoniano anche che la maggior parte delle segnalazioni di operazioni sospette ai fini del riciclaggio del denaro sporco proviene dalle regioni del Nord (in primis Lombardia, dalla quale giunge quasi una segnalazione su quattro). Altissima anche la provenienza dal Lazio, a testimonianza che le aree nelle quali le mafie investono sono quelle produttive e quelle “politiche”.
La cosa incredibile è però che, tra le regioni a pervasività mafiosa, la Calabria sia il fanalino di coda nelle segnalazioni. Seguitemi. Dalla Campania proviene il 12,90% delle operazioni sospette. Dalla Sicilia e dalla Puglia il 3,57%, dalla Calabria…il 2%. E il bello è che il dato di questa regione è pure in diminuzione.
Che qualcosa non quadri lo si capisce anche dal solo paragone geografico. Se tutti i soggetti tenuti alla segnalazione di operazioni sospette si comportassero in tutte le regioni del Sud ad alto tasso mafioso (e fra questi personalmente mi spingerei a considerare ormai anche il Lazio quantomeno per le dinamiche economico-criminali) allo stesso modo, allora il discorso sarebbe diverso. Ma così, come abbiamo visto, non è.
Ma andiamo nel dettaglio. Chi sono i soggetti “principe” delle segnalazioni di operazioni sospette? Le banche ovviamente. Bene. Dagli istituti di credito, in Calabria, sono giunte ben…251 segnalazioni, contro le 993 della Campania, le 381 della Puglia e le 370 della Sicilia.
Dirà l’avvocato del diavolo: ma ingenuo sor Galullo, ormai la ‘ndrangheta da decenni investe al Nord e dunque è ovvio che le segnalazioni da lì provengano e, sono pronto a giocarmi le corna, se guarda dentro quelle segnalazioni “noddiche”, vedrà che molte di quelle “trattenute” dalla Dia sono riferibili alle cosche calabresi. Verissimo sior avvocato, ma Cosa nostra, camorra e Sacra corona unita dove pensa che investano? Nelle desolate lande del Tavoliere delle Puglie?
Ergo, senza cercare di arrampicarsi sugli specchi, è bene dirlo chiaro: soprattutto i soggetti finanziari tenuti alla segnalazione in Calabria non fanno fino in fondo il proprio dovere. E per avere la controprova basti vedere il numero di segnalazioni che arriva dagli intermediari finanziari: 763 dalla Sicilia (dove, mi dicono, Cosa nostra e la Stidda sono un pochino pericolose) e ben…6 dalla Calabria!
Dalle società fiduciarie, da quelle di gestione dei fondi comuni, zero segnalazioni! E i professionisti, anch’essi obbligati ad aprire gli occhi? Zero da ragionieri, periti commerciali, revisori contabili, dottori commercialisti, consulenti del lavoro, avvocati e persino notai! E vi meravigliate? La Calabria è il regno della borghesia mafiosa collusa e a me, personalmente, questo dato non solo non sorprende ma avvalora l’idea (banalissima ma invisa alla politica e quindi ai margini) che la criminalità mafiosa deve essere colpita in questa zona grigia. Quella che fa affari e vive di omertà.
Un ultimo, importante dato: quello relativo al macrofenomeno criminale di riferimento delle operazioni sospette trattenute dalla Dia nell’intero 2010. Complessivamente sono state 363. Ovviamente la ‘ndrangheta regna con 137 operazioni. A seguire la camorra (103), Cosa Nostra (91), criminalità pugliese (16) e poi le altre, italiane (esempio Stidda) ed estere (a esempio i cinesi). A breve con un\’interessante lettura sulla Lombardia.
articolo di Roberto Galullo (Guardie o ladri – Il Sole 24 Ore)