scritto da Anna Porta
Molte persone conoscono il quartiere di Scampia a Napoli solo per aver letto il libro di Saviano, “Gomorra”, oppure perché hanno visto il film che ne è stato tratto. All’uscita della metro di Napoli, fermata Piscinola, dove la metro termina il suo percorso, si notano subito i due manifesti affissi sui due palazzi che sorgono nella piazza antistante la metro.
La scritta recita in italiano e in inglese la seguente frase: “Benvenuti a Scampia. Basta crederci e trovi un mare di bene a Scampia”. I manifesti sono opera di Rosaria Iazzetta, un\’artista napoletana che ama Scampia come e quanto i suoi abitanti.
Poche persone possono dire di conoscere bene Scampia, perché Scampia o la si ama o la si odia; per me è stato amore a prima vista, per tantissimi motivi: perché lì ho trovato dei veri amici, delle vere persone che sanno cosa significhi combattere giorno per giorno contro le ingiustizie e contro i pregiudizi. C’è un variegato panorama di associazionismo e di volontariato che nessuno potrebbe mai immaginare ma soprattutto ci sono tantissimi giovani che si impegnano quotidianamente per cambiare il volto e la fama del loro quartiere.
Scampia è un quartiere dove sembra che ci sia solo droga e camorra, ma non è così: è un quartiere di circa 80.000 abitanti, di cui solo una parte delinque, ma la cui storia segna quella di ogni abitante del quartiere.
C’è una persona che conosce bene Scampia, perché ci è nato e ci vive: Ciro Corona, il fondatore e presidente dell’associazione (R)esistenza Anticamorra.
L’associazione svolge un importantissimo lavoro nel quartiere: da anni è impegnata nel recupero dei minori “a rischio” del quartiere. Ha avviato dei “Percorsi di legalità” nelle scuole del quartiere, facendo intervenire personalità del mondo dell’antimafia, dell’anticamorra e della lotta alla illegalità, come ad esempio Pino Masciari, testimone di giustizia da 16 anni sotto scorta; IMD, acronimo del poliziotto della squadra speciale “Catturandi” di Palermo; don Aniello Manganiello, prete “anticamorra” di Scampia; gli \’A67, gruppo musicale anticamorra di Scampia; Serena Simonetta Lamberti, sorella della prima vittima innocente della camorra, Simonetta Lamberti, di soli 11 anni e tanti, tanti altri.
Dall\’eperienza dell\’associazione sono nati Scampia Trip, un libro-cd-documentario che ha riscosso un successo insperato in tutta Italia (e non solo) e Un libro per Scampia, un aiuto alla Biblioteca di quartiere.
Il sogno di (R)esistenza Anticamorra attualmente è quello di ottenere dal Comune di Napoli una sede, individuata in un ex istituto professionale da anni in disuso e abbandonato all’incuria, al degrado e ai tossicodipendenti che li si sono acquartierati. Lo stabile infatti è adiacente al Lotto P, le famigerate “Case dei Puffi” nel cuore del rione 167 di Scampia. La struttura, per l’ubicazione che ha, nascosta da una chiesa, non visibile dalla strada e in prossimità di una “piazza di droga”, è diventata non solo il quartier generale dei tossicodipendenti ma sede improvvisata per lavori momentanei da parte dei camorristi di turno.
(R)esistenza Anticamorra ha intenzione di trasformare lo stabile in una casa famiglia per il recupero dei “minori a rischio”, convenzionata con il Tribunale per i minorenni di Napoli e non solo; un centro di formazione professionale di mestieri artigianali sia per i ragazzi della casa famiglia che del quartiere; una “scuola di legalità” e un polo delle associazioni.
Insomma progetti utili, sostenibili e “nobili”. L’intero progetto è piaciuto ad alcune associazioni, gruppi di persone e realtà non campane tanto che da varie parti d’Italia sono arrivate cinque chitarre elettriche, due tastiere professionali, amplificatori e nove postazioni informatiche complete. Ultimamente Ciro Corona ha avuto contatti con gli assessori Tuccillo e Narducci, oltre a un colloquio con il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: tutti hanno promesso che avrebbero fatto il possibile per far ottenere a (R)esistenza Anticamorra la sede.
Siamo in tantissimi, in tutta Italia, a tifare per la “nostra” associazione, perché sappiamo che, se vinciamo questa battaglia, la vincono anche Scampia e i suoi abitanti, nonché tutti gli Italiani a cui sta a cuore la Legalità.