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Avrebbe simulato i comportamenti di chi è affetto da una patologia psichiatrica di tipo depressivo e «le patologie da cui è affetto non controindicano allo stato, la custodia in regime di carcerazione». Questo hanno scritto i giudici del Tribunale di sorveglianza di Catanzaro che hanno revocato gli arresti domiciliari al 74enne Nicola Arena, che ieri è tornato in carcere.
All\’anziano boss detenuto in casa sua ad Isola Capo Rizzuto dallo scorso 8 maggio, il provvedimento è stato notificato ieri mattina dai carabinieri della stazione.
I militari della Compagnia dell\’Arma hanno poi accompagnato Nicola Arena al carcere di Catanzaro dove si trova adesso ristretto. Il 74enne deve espiare una pena definitiva a sei anni e 10 mesi di reclusione per i reati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Con un fine pena previsto per l\’8 gennaio 2018. La condanna divenuta esecutiva, lo scorso 7 marzo riguarda una vicenda relativa ad alcuni episodi estorsivi avvenuti agli inizi degli anni \’90 tra Catanzaro, Serra San Bruno, San Leonardo di Cutro e Nardodipace, ai danni di due imprenditori – tra i quali il testimone di giustizia Pino Masciari – che secondo l\’accusa sarebbero stati costretti a pagare il \”pizzo\” agli Arena di Isola ed ai Vallelonga di Serra San Bruno. Nicola Arena in particolare è stato condannato per i reati di estorsione in concorso aggravata dall\’art. 7, per tre distinti capi d\’imputazione.
L\’anziano boss era tornato in libertà il 7 gennaio 2011, dopo aver scontato una lunga pena detentiva per associazione mafiosa. Diventata esecutiva quest\’altra condanna, lo scorso 8 marzo Nicola Arena era stato arrestato dai carabinieri mentre si trovava ricoverato in ospedale a Crotone. Dopo aver trascorso due mesi in carcere, l\’8 maggio scorso il 74enne era tornato nella sua casa di Isola in seguito ad un provvedimento del Tribunale di sorveglianza che per motivi di salute aveva concesso a Nicola Arena il beneficio della detenzione domiciliare. Ma quel provvedimento è stato adesso revocato dallo stesso Tribunale di sorveglianza che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore generale Raffaella Sforza.
Il collegio presieduto da Maria Antonietta Onorati (giudice relatiore Sergio Calò) e composto anche dai dottori Rosamaria Di Nardo e Roberta Salerno in qualità di esperti, ha sottoposto a perizie l\’anziano boss. Al termine dell\’istruttoria, condotta da Vanda Rao (psichiatra) e Francesco Cassadonte (cardiologo) come Ctu e dal prof. Giulio Dimizio (medico legale), consulente per la Procura generale, il tribunale ha emesso il provvedimento. I consulenti di parte nominati da Arena tra le altre cose sostenevano che il 74enne fosse affetto da una grave forma di depressione. «Evidente risulta invero – hanno invece scritto i giudici del Tribunale di sorveglianza – per come ha specificato la dottoressa Rao, che il soggetto simula le sintomatologie psichiatriche».
Per i giudici poi le altre patologie di cui è affetto Arena, sono compatibili con il carcere, «essendo al momento – ha scritto ancora il Tribunale – non critiche, in fase di stabilità clinica e gestibili con le opportune terapie».

Fonte: gazzettadelsud.it

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