Mentre gli agenti della Dia manifestano davanti a Montecitorio perché «il governo uccide il progetto di Falcone e Borsellino», ecco dei nuovi dati, choccanti, sulla diffusione della malavita organizzata a Roma e nel Lazio: diventato territorio della «quinta mafia». Nel 2010 sono aumentate nella regione le segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio, toccando quota 5495 (più ottanta per cento rispetto allo scorso anno); in un anno sequestrati e confiscati a Roma e provincia beni mafiosi per 330 milioni di euro; 354 procedimenti per reati mafiosi con 356 persone arrestate; nel Lazio è stato sequestrato il 19 per cento della cocaina intercettata dalle forze dell\’ ordine a livello nazionale; e c\’ è anche la mafia degli incendi, che in 5 anni ha bruciato una superficie più grande del XX municipio di Roma. E c\’ è un altro dato: nella Relazione finale 2010 della Dia, il Lazio è la quinta regione per fatti estorsivi denunciati. E\’ preceduta da Campania, Lombardia, Sicilia e Puglia. In questa speciale classifica, il Lazio viene prima della Calabria. La «quinta mafia» nasce nelle borgate, negli anni \’ 70, come derivazione dalle mafie tradizionali (Cosa Nostra, camorra, \’ ndrangheta) ma poi cambia pelle diventando una criminalità organizzata nostrana, profondamente radicata sul territorio. Da luglio 2010 a luglio 2011 sono stati sequestrati e confiscati beni mafiosi per 330 milioni. Al 1 ottobre 2011 nel Lazio sono complessivamente 517 i beni confiscati alle mafie.
Fonte: www.corriere.it