COMUNICATO STAMPA della ASSOCIAZIONE ANTIMAFIE “RITA ATRIA”
OGGETTO: Saltata la copertura di Piera Aiello dopo ben 18 anni a causa di due “giuda” indegnamente nelle forze dell’ordine.
La nostra Associazione, come non molti sanno, è presieduta dalla Testimone di Giustizia Piera Aiello, che con sua cognata Rita Atria affidò al Giudice Borsellino la sua determinazione di denuncia delle attività criminose dei suoi stessi familiari.
La vita dei Testimoni dei Giustizia, lontana dall’attenzione sociale e dai mezzi di informazione (che pur dovrebbero esserci, sebbene con la discrezione imposta dalla delicatezza delle loro situazioni e vicende), è resa spesso ancor più difficile e ardua dalla superficiale disattenzione e dalla inaffidabilità di rappresentanti dello Stato preposti alla Sicurezza dei Cittadini, quando non direttamente coinvolti negli stessi programmi di Protezione dei Testimoni di Giustizia.
Oggi siamo tenuti a rendere pubblica, per espressa volontà di Piera Aiello, che la faticosa copertura che ha comunque consentito a Piera di ricostruire in questi anni una sua vita di relazione in località segreta, è saltata per la sprovvedutezza (e vogliamo sperare non sia per collusione con gli interessi dei suoi potenziali attentatori, sta allo Stato accertare questa eventualità scellerata) di due uomini dell’Arma dei Carabinieri, che presumibilmente hanno consentito che le famiglie mafiose denunciate da Piera Aiello venissero a conoscenza della sua attuale collocazione territoriale.
Piera, in tutti questi anni, non si è nascosta come “una serpe sotto le pietre”, ma mentre continuava instancabile la sua attiva presenza di testimone con Cittadini e giovani studenti, si aspettava la doverosa riservatezza e tutela dello Stato. Ai non pochi problemi che ha dovuto fronteggiare in questi anni anche con funzionari del Servizio Protezione, si aggiunge oggi questa devastante circostanza sulla quale Piera, e noi con lei, chiediamo un chiaro e severo intervento dello Stato.
Piera si è anche rivolta al Presidente della Repubblica con una Lettera personale (che renderemo nota solo dopo la certezza della ricezione) per ribadire la sua fiducia nelle Istituzioni, il suo affetto per i tanti uomini della sicurezza che hanno condiviso con lei il rischio della vita per garantirle protezione, ed il suo convincimento che lo Stato e l’Arma dei Carabinieri (al di là del delicatissimo ed arduo compito di tornare a costruire condizioni di sicurezza a lei ed ai suoi familiari senza tornare ad aggredirne la condizione umana e sociale faticosamente ricostruita) vorranno intervenire esemplarmente e severamente per difendere la propria dignità istituzionale contro i responsabili di un simile scempio.
Il legale di Piera Aiello sta studiando le forme opportune di garanzia della sua assistita e noi confermiamo la nostra disponibilità ad esserle accanto in qualsiasi momento ed in qualsiasi passaggio di questa ennesima battaglia di dignità umana per una Testimone di Giustizia, che – vogliamo ricordarlo con forza – è tutt’altra cosa dai Pentiti e quindi dai Collaboratori di Giustizia.
Preghiamo gli organi di informazione di non rimanere indifferenti a questo passaggio cruciale di una persona esposta a rischio mortale oggi ancor più di sempre, per non disertare il proprio compito di contribuire alla coscienza sociale ed alla passione civile dei Cittadini di questo Paese. Oggi forse più che mai i riflettori dell’informazione accesi su Piera (in una maniera più consapevole e non speculativamente invasiva come purtroppo è già accaduto sempre a Piera) possono costituire l’unica vera forma di garanzia per la Sicurezza di Piera, cui due scellerati personaggi delle Istituzioni hanno portato una pesantissima aggressione di stampo e di effetti terroristici.
Ad oggi, martedì 14 aprile (la relazione dell’accaduto risale a domenica 5 e a lunedì 6), nessuna notizia. Piera Aiello lasciata nel limbo dell’incertezza senza che nessun esponente dello Stato abbia sentito il dovere di fare una telefonata di conforto. Anche se quella telefonata dovesse arrivare un secondo dopo la diramazione del nostro comunicato ci sembrerebbe tardiva. Non possiamo nascondere l’ennesima delusione e l’ennesimo senso di abbandono da parte di quello Stato sempre presente ad onorare i morti e sempre più assente nello stare accanto a chi oggi resiste da vivo.
Palermo, 14 aprile 2009 ore 14:15
fonte: www.ritaatria.it
Diciotto anni di attenzione, paura, difficoltà di ogni tipo gettati dalla superficialità colposa.
E’ semplicemente vergognoso e avvilente.
Sono vicina teneramente a Piera in questo momento assurdo, ricordando a lei e a chi è contro di lei che non è sola.
La mimetizzazione non è la soluzione adatta a persone che scelgono di lottare anche per noi, se fosse per me dovrebbero stare sotto ad un faro ad indicarci la strada e società civile ed istituzioni dovrebbero essere la loro scorta e famiglia.
Un giorno potremo girare liberamente e a testa alta in ogni parte del nostro Paese con i nostri amici testimoni di giustizia e tutti i cittadini onesti, quello è il giorno nel quale potremo fermarci.
Oggi alle 22,30 ho letto la notizia che la copertura di Piera è saltata. Se c’è una cosa che Piera, così come il sottoscritto, ha fatto in questi lunghi e difficili anni è quello di Non rinunciare al nostro dovere civico di testimonianza in tutte le sedi possibili (aule di Tribunale, scuole, sedi parlamentari ecc) senza mai, ripeto mai, compromettere la nostra copertura, senza mai disvelare le generalità che ci erano state date dopo un lungo, farraginoso percorso burocratico amministrativo. Oggi scopriamo che il cambiamento delle generalità, atto con classifica di segretezza e come tale vincolato da una rigida materia legislativa, è saltato per aria a causa di due carabinieri che non avendo nulla da fare, per ingannare il tempo o forse perchè frustrati da un’esistenza quotidiana noiosa quanto fallimentare, od ancora perchè ci si sente più importanti più fighetti nello scambiarsi informazioni segrete (segrete appunto altro che notizie “riservate”) hanno compromesso irrimediabilmente la sicurezza, l’incolumità fisica di Piera e della sua famiglia. Senza volere annoiare chicchessia sulla lunga travagliata storia dei testimoni di giustizia ecc. la questione rimane sempre la stessa: siamo alle comiche (se non fosse che quì è in gioco la vita di una mia cara amica), in questa Italietta del cavolo poco o nulla sembra avere una parvenza di serietà e di dignità e se tale mancanza parte dalle Istituzioni figuriamoci quando si scende giù in basso sino ad arrivare a due carabinieri di periferia che non capiscono o peggio pensano di avere ragione, che non si danno ragione del perchè di tale accanimento nei loro confronti da parte di Piera. Cosa vuole che ne sappia la signora Aiello di sicurezza, di documenti legati alla segretezza, di politiche contro la criminalità ecc.ecc. Provate ad immaginare questi due “valenti rappresentanti delle forze dell’ordine” che discutono tra loro come fanno due bambini che devono scambiarsi le figurine di calcio panini.
Poi dicono che fanno le barzellette sui carabinieri. Questa volta però non c’è proprio nulla da ridere, c’è da incazzarsi ed organizzarsi affinchè tale vicenda venga affrontata e risolta urgentemente dal Ministro Maroni e dal sottosegretario Mantovano e dalla Commissione Centrale da lui presieduta. Ed ancora, c’è da dare la sveglia a tutti quei parlamentari e partiti che dicono di avere nel proprio dna la lotta alle mafie, è necessario ed opportuno che l’associazionismo antimafia si impegni concretamente recuperando quello spirito d’azione che lo aveva caratterizzato molti anni fa e che si è perso, occorre dirselo, per strada. Invitiamo con forza tutte le associazioni ad uscire dall’oblio ed a radunarsi attorno un’unico obiettivo serio, senza rincorrere false legittimazioni mediatiche. Come uomo, amico e tetimone di giustizia ribadisco la più totale solidarietà a Piera ed alla sua famiglia, confermo il mio impegno a dare voce a chi voce non ha, a non dimenticare, ad esercitare il diritto alla parola in un Paese che non sa o non vuole ascoltare, in un Paese proteso più a dimenticare, a “rievocare” piuttosto che a mettersi in gioco e sporcarsi le mani. Se c’è ancora una speranza per Partanna, per la mia Sicilia ebbene la speranza è che sempre più donne somiglino a Piera Aiello e Rita Atria.
Non ho parole per l’incompetenza dimostrata dai due uomini di scorta.
Il danno causato. Che si vergognino e che si tolgano la divisa per lasciarla a uomini sicuramente più competenti e ligi al dovere. Se non sono in grado di svolgere il proprio compito come si conviene, bene è levarsi di mezzo e non insistere nel percepire uno stipendio, pagato dai cittadini contribuenti, per proteggere Cittadini TdG.
Che lo Stato si pronunci, che l’Arma si pronunci e si adoperi per l’allontanamento di questi individui.
In chi possiamo riporre la nostra fiducia?
Evidentemente la mimetizzazione, in Italia, non funziona. Ci avete provato, Istituzioni, e avete fallito.
Credo che, per i TdG, sarebbe meglio non “doversi nascondere”. Quale miglior protezione se non stare in mezzo alla folla di cittadini che vogliono seguirli e portare il loro esempio alla conoscenza di tutti? Nessuno di loro dovrebbe essere costretto a “nascondersi”, anzi.
Piera, Le sono vicina e Le vorrei dire che non è sola.
Con affetto,
Federica.
beh se questa è la tutela e la sicurezza che lo stato garantisce a persone come i testimoni di giustizia quale sicurezza e protezione possiamo avere noi cittadini????
non è possibile che si debba tornare a farsi giustizia e sicurezza da soli, come ronde o robe varie, uno dei doveri dello stato è garantire la sicurezza beh io la pretendo, per me e per persone come piera e pino
che tristezza.
Solidarietà a Piera Aiello e a tutti i Testimoni di Giustizia.
Riccardo
Amico di Pino Pasciari e di tutti i Testimoni di Giustizia
Non trovo parole per l’accaduto!
Mi percorre una grande rabbia dentro che non è possibile trasformare in parole!
Lo Stato non deve rimanere assente, nè abbandonare coloro che affidano le loro vite nelle sue mani; la speranza è quella che venga fatta Giustizia, per Pino, per Piera Aiello, per tutti i Testimoni di Giustizia e finchè questo non accadrà noi non potremo dirci tranquilli, nè rimanere in silenzio.
La società civile chiede dei segni concreti, delle misure sicure, una vita al di là della paura per coloro che rappresentano il Coraggio della Legalità.
Un grande abbraccio a Piera Aiello e a tutti i Testimoni di Giustizia che non si arrendono per la Libertà.
Pino, Marisa, Ottavia e Francesco vi penso sempre.
Vi mando un bacio con il cuore.
Chiara
Non ho parole adeguate ad esprimere rabbia e sconforto nel leggere questa notizia.
Ogni giorno apro il blog sperando di trovare buone nuove e invece leggo notizie tanto avvilenti! Per la negligenza (e sempre sperando che sia negligenza e non altro!) di due uomini che dovrebbero garantire sicurezza ai cittadini una testimone di giustizia vede buttata di nuovo all’aria la sua vita! Non è possibile! E non è giusto! Concordo con Federica Daga Masciari..non dovrebbe essere nemmeno necessario l’intervento dell’Arma, i due uomini in questione dovrebbero lasciarla loro sponte e ritirarsi dal Corpo, dopo aver porto ufficiali scuse personali alla signora Aiello!! Altro che non capire il motivo della reazione! Che si vergognino!
Non c’è modo di esprimere a parole ciò che si prova..credo che lo stesso pensiero e gli stessi sentimenti siano condivisi da tutti noi!
Per quanto inutile, esprimo la mia piena solidarietà alla signora Aiello!
Rosa
Un abbraccio pieno di conforto e solidarietà a Piera Aiello, Pino, tutti i testimoni di giustizia e le vostre famiglie, vi penso con affetto e grande stima, ma non posso insieme a voi non ricordare colei che ha avuto, ormai quasi diciassette anni fa, il vostro stesso coraggio, Rita Atria, che l’omertà e la mafia l’hanno condotta a togliersi la sua stessa vita.
un abbraccio e un grazie per l’esempio che siete per tutti noi
marta
sempre detto io….che certi infami….come al solito protetti da una divisa fanno i loro porci comodi ai danni di persone oneste….e noi continuiamo a pagarli e ad abbassare la testa…
solidarietà a Pino e ai testimoni di giustizia..
siamo alle solite e vergognoso!!!!!!!!!un saluto a te pino e alla tua famiglia
spero che i provvedimenti presi nei confronti di queste due persone siano esemplari e che non possano più neanche essere impiegati per compilare dei verbali sulle multe delle pupù dei cani.
Non abbiamo nessuna intenzione di sapere che questi due (mi auguro solo) imbecilli ricevano ancora un solo euro di paga dallo Stato.
Piera sono con te e con la tua famiglia.
Pini… vi voglio bene!
Sdegno anzi schifo, e qualche sospetto: in genere, i Carabinieri non fanno cose del genere per isbaglio.
Del resto, Benedetto Croce scriveva che “Nessun errore è mai casuale”.