La mia è stata una scelta di vita, una scelta compiuta in nome della legalità e della libertà, per la quale ho stravolto il mio percorso personale e lavorativo. Scegliere di denunciare, di testimoniare, non è un lavoro o un’occupazione che hanno un inizio e anche una fine. È un percorso interiore di consapevolezza e assunzione delle proprie responsabilità, dei propri doveri e dei propri diritti. Si tratta di una scelta radicale, che orienta in modo permanente ciò che si è e ciò che si sarà, ponendo sotto una nuova luce anche ciò che si è stato. È lo stravolgimento di una vita.
La radicalità delle scelte che ho compiuto e per le quali ho lottato e continuo a lottare, ha poco a che fare con i meccanismi degli apparati amministrativi. Prima di ogni cosa siamo persone. Se le istituzioni smettessero di tentare di definire tutto con il bilancino e capissero il valore della vita umana e delle scelte compiute a difesa del bene comune, forse finalmente la società ne trarrebbe autentico vantaggio.