E\’ scomparsa Lea Garofalo, collaboratrice di giustizia: non si è presentata ad un appuntamento con l\’ex coniuge, il quale ha denunciato la situazione di allarme.
Come amici di Pino Masciari non possiamo che allarmarci. Innanzitutto speriamo si risolva tutto per il meglio: già in passato scrivemmo della scomparsa di un giovanissimo testimone di giustizia campano e di sua madre.
Ovviamente vedere accadere qualcosa alle persone che erano sottoposte a misure di protezione ci fa rabbrividire pensando alla famiglia Masciari così come ad altri che hanno affidato la loro vita nelle mani delle Istituzioni dello Stato.
La situazione di Lea Garofalo era complessa: a fronte della sua collaborazione le autorità le attribuirono misure di protezione provvisorie, ma ricorre al TAR perchè non ammessa al programma definitivo. I giudici reputeranno il provvedimento improcedibile in quanto lei stessa avrebbe rinunciato al programma speciale di protezione. In realtà un successivo ricorso al Consiglio di Stato ribalta il provvedimento del TAR rilevando che: \”[….] E’ pacifico in causa che la declaratoria dell’improcedibilità del ricorso di primo grado sia dovuta ad un mero disguido, che ha impedito ai primi giudici di venire a conoscenza della revoca della rinuncia al programma di protezione, sulla cui base il Tribunale Amministrativo ha dichiarato il venir meno dell’interesse alla decisione. […]\”
(Sentenza del TAR n° 14423/2006 e successiva sentenza del Consiglio di Stato n° 5022/2008)
Riportiamo questi dettagli per sottolineare un altro aspetto che ci allarma: l\’informazione superficiale.
Negli diversi articoli Lea Garofalo viene descritta a volte come testimone di giustizia altre come collaboratrice: è bastato leggere i documenti indicati sopra per chiarire che il suo status è di collaboratrice e non di testimone. E leggendo le sentenze possiamo sapere e quindi verificare che non è giusto riportare negli articoli un suo rifiuto del programma di protezione, perchè la cosa è in realtà più complessa tanto che la stessa arriva a presentare ricorso al Consiglio di Stato, che riconoscerà la validità del ricorso.
La notizia di un nuovo caso di lupara bianca sarebbe tremenda. Speriamo che non sia accaduto il peggio: perchè parliamo della vita di un essere umano ma ancor di più perchè parliamo della vita di una persona che aveva chiesto garanzia di protezione e sicurezza alle nostre Istituzioni, ossia il diritto alla integrità fisica (vedi sentenza CdS) e psicologica dell\’essere vivente.
Speriamo sia solo un falso allarme!
Non è comunque concepibile che le persone che collaborano per il ritorno della legalità si trovino in queste terribili situazioni, mentre i loro aguzzini continuano a fare ciò che vogliono! Vogliamo uno Stato forte e in grado di proteggere i cittadini onesti!!!
Avevo ascoltato la notizia per radio, mi aveva colpito, poi è passata nel dimenticatoio, anche grazie al fatto che i media nazionali non ne hanno più parlato. Ho fatto un post sul mio blog, grazie per aver ricordato. Ed un grazie particolare a te, Pino, per il tuo coraggio e la tua onestà vissuta in prima persona. Un abbraccio. BigFab.