\”Pare proprio che convenga fare affari con questi signori: accordi di ogni genere, sia politici che commerciali, ma pur sempre mafiosi. conviene, sì, perlomeno fino a quando le Istituzioni, tramite le forze dell\’ordine, non decidono di intervenire e di stroncare questi traffici. Percui la morale è che e nel breve termine con le mafie sembra che si concludano buoni affari, ma alla lunga la festa finisce e diventa ora di pagare il giusto prezzo\”
Di seguito la nota diffusa dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria
Non si arresta l’azione di contrasto ai patrimoni illecitamente accumulati disposta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Nella mattinata di ieri, sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia, i finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e i carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Reggio Calabria, hanno sottoposto a sequestro denaro contante, titoli e assicurazioni, per un ammontare pari a € 7,5 mln, nei confronti del noto politico bagnarese ZAPPALÀ Santi.
Con l’operazione odierna le Fiamme gialle ed i Carabinieri stringono il cerchio intorno alla figura dello ZAPPALÀ, aggredendo nel concreto l’imponente patrimonio finanziario del noto politico calabrese, risultato assolutamente sperequato ed incoerente con i redditi dichiarati dal medesimo e dal nucleo familiare convivente.
Nel merito, si ricorda che nell’ambito della nota Operazione “REALE 3”, sono state intercettate plurime conversazioni a casa di PELLE Giuseppe tra lo stesso e Santi ZAPPALA’. Più in particolare, emergeva come il politico bagnarese, nel periodo antecedente le consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria, tenutesi in data 28-29 marzo 2010, avesse intrattenuto rapporti con la famiglia mafiosa PELLE “Gambazza”, al fine di raggiungere un accordo politico-mafioso che garantisse l’elezione dello ZAPPALÀ, come poi realmente avvenuto.
Lo ZAPPALÀ, per tali fatti, nel decorso mese di giugno 2011, è stato condannato, in primo grado, dal Tribunale di Reggio Calabria, per il delitto di corruzione elettorale, aggravata dall’art. 7 Legge 203/1991, in relazione ai colloqui – avuti il giorno 27.2.2010 – con il boss PELLE Giuseppe, condannato nel medesimo procedimento penale per il delitto di partecipazione ad associazione mafiosa e corruzione elettorale.
In tale contesto, quindi, la locale Direzione Distrettuale Antimafia delegava alla Guardia di Finanza l’esecuzione di più approfonditi accertamenti bancari, i quali consentivano di riscontrare il possesso, da parte del solo ZAPPALÀ, di un patrimonio bancario stimabile in ben € 7.300.000,00 circa, a fronte di redditi dichiarati nell’ultimo decennio pari a € 1 mln circa.
Analoghi accertamenti sono stati estesi alla moglie convivente PARISI Francesca, alla figlia ZAPPALÀ Carmela, alla società “FISIOKINESITERAPIA BAGNARESE S.r.l.” – operante nel settore delle attività “professionali paramediche indipendenti” – e “ILECA CHARTER s.a.s. di ZAPPALÀ CARMELA & C.” – esercente l’attività di “noleggio senza equipaggio di imbarcazioni da diporto” – riconducibili alla famiglia ZAPPALÀ.
tratto da Strill.it
Concordo! Gli affari sporchi non vanno a buon fine, sono solo un’illusione.
Un abbraccio!
Concordo anch’io!