Ancora un importante sequestro di beni accumulati dalla \’ndrangheta grazie alle sue attivita\’ illecite. Ed ancora una volta parte del patrimonio sequestrato è stato individuato in Lombardia, la regione dove la \’ndrangheta predilige trasferire i suoi capitali per acquisire beni immobili importanti ed attivita\’ commerciali ed imprenditoriali.
I sequestri di beni effettuati nelle ultime ore hanno colpito due delle cosche più note ed attive della \’ndrangheta, i Pesce di Rosarno ed i Muto di Cetraro.
Al primo gruppo e\’ stato sequestrato un patrimonio illecito per un valore di 12 milioni di euro, mentre i beni sequestrati alla cosca Muto ammontano a due milioni. I beni sottratti ai Pesce erano riconducibili a Salvatore Pesce e Claudio Lucia, indicati dai carabinieri come due elementi di spicco della cosca. Salvatore Pesce, in particolare, é il fratello del capo della cosca, Antonino, padre di Giuseppina, che con le rivelazioni fatte negli ultimi mesi prima di decidere di sospendere la sua collaborazione con la giustizia ha consentito di fare luce su molte delle attività criminali gestite dal gruppo criminale. Ma è su Claudio Lucia che si concentra maggiormente l\’attenzione del capo della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, e degli investigatori. Lucia, arrestato lo scorso marzo in Spagna e attualmente detenuto nel carcere di Rebibbia, sarebbe stato il responsabile, infatti, degli investimenti in Lombardia della cosca Pesce.
Milioni di euro che hanno consentito al gruppo criminale di infiltrarsi in svariati settori dell\’economia lombarda, così come hanno fatto numerose altre cosche della \’ndrangheta. Tanto che la Lombardia e\’ la regione in cui, dopo Calabria, Sicilia e Campania, viene effettuato il maggiore numero di sequestri di beni provento delle attività illecite della criminalità organizzata.
I beni sequestrati in Lombardia sono le società Open Work di Milano, che si occupa di servizi alle attività di trasporto; Break Sandwich, con sede a Como, che si occupa di commercio ambulante di alimentari, e Giovanna Couture, che commercia in pellicce e abbigliamento in pelle. Lucia e la moglie, Amelia Ana Culda, di origini romene, pur dichiarando redditi irrisori, gestivano, tra l\’altro, una speciale carta di credito rilasciata solitamente a clienti particolarmente facoltosi e con disponibilità di credito per milioni di euro. Il sequestro contro la cosca Muto riguarda beni gestiti da uno presunto affiliato alla cosca, Agostino Briguori. I beni riconducibili a Briguori consistono in terreni, fabbricati ed attività commerciali in provincia di Cosenza ed a Bellaria-Igea Marina, in provincia di Rimini.
tratto da TeleReggioCalabria.it