Si parla di \’ndrangheta al Roma Fringe Festival
di Francesca De Sanctis Roma
Esistono storie incredibili, reali, che andrebbero raccontate e ancora raccontate e di nuovo raccontate. Storie che a volte, anche grazie al teatro, hanno bisogno di qualcuno che le ascolti, di persone che possano a loro volta condividerle con altre persone. Come quella di Pino e Marisa Masciari. A parlarci della vita di questo coraggioso imprenditore calabrese e della sua famiglia è Ture Magro, interprete dello spettacolo Padroni delle nostre vite, di cui firma con Emilia Mangano anche l\’adattamento e la regia, una produzione SciaraProgetti, che scopriamo girovagando tra i palchi allestiti in questi giorni nella romana Villa Mercede, dove è in corso la seconda edizione del «Roma Fringe Festival», e che fino al 14 luglio ospiterà 9 spettacoli a sera per un totale di oltre 230 lavori. La storia di Pino Masciari è raccontata anche in un e-book dello scaffale digitale dell\’Unità (Organizzare il coraggio) e in un blog de «gli amici di Pino Masciari» (www.pinomasciari.it) che seguono l\’imprenditore ovunque, soprattutto quando Pino, che non ha mai ceduto alle richieste di estorsione da parte della %%ndrangheta denuciando tutto, viene abbandonato dallo Stato, viene cioè lasciato senza scorta. Allora arrivano «gli amici di Pino», questi ragazzi che sono diventati dieci, venti, trenta, cento… pronti a filmare e fotografare i suoi movimenti, così se gli succede qualcosa è tutto documentato. Anche di questo ci parla Ture Magro, solo in scena, a parte gli otto attori virtuali. Lui, al centro del palco, spoglio di tutto e munito di tre maxischermi, racconta in prima persona (tranne nei minuti finali dello spettacolo) la storia di Masciari, che ha registrato e fotografato le minacce ricevute non solo dai mafiosi ma anche dai politici, fornendo prove incontestabili che mettono in luce un sistema di corruzione diffusa. Dal piccolo delinquente locale fino ai livelli più alti della politica italiana, il quadro che viene dipinto è disastroso. Colpisce come quest\’uomo, nonostante le mille difficoltà, non ceda mai. Un teatro di narrazione quello di Ture Magro che tenta di seguire le tracce dei nostri ormai acclamati artisti come Marco Paolini a Ulderico Pesce. Un modo diverso di fare politica, nel senso di partecipare, denuciando certe storture del nostro Paese. Perché più siamo, più le speranza di cambiare le cose si fa meno flebile.
http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/2565000/2560674.xml?key=pino+masciari&first=1&orderby=1
5 July 2013
pubblicato nell\’edizione Nazionale (pagina 23) nella sezione \”Speciali\”