Pubblichiamo di seguito l\’articolo scritto da uno studente dell\’Istituto \”V.Mucci\” di Bra (Cuneo) a seguito degli incontri con Pino Masciari per la nona edizione di “Adotta uno scrittore”: una iniziativa per le scuole superiori e per le scuole medie del Piemonte che la Fiera Internazionale del Libro di Torino propone in accordo con l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte e grazie al prezioso sostegno dell’Associazione delle Fondazioni delle Casse di Risparmio Piemontesi.
Continuano gli incontri con l’imprenditore Pino Masciari, autore del libro “Organizzare il Coraggio”. Ed è stato proprio Pino Masciari “L’imprenditore” il protagonista del primo incontro. La storia di un uomo che ha visto la propria vita minacciata solo per aver inseguito i propri sogni. E per difendere quei sogni, ma soprattutto gli ideali in cui ha sempre creduto, e in cui tuttora crede, si è visto tradito da persone che considerava amiche e dalle istituzioni che lo avrebbero dovuto proteggere. Ma probabilmente, ciò che più avrebbe dovuto colpire di quella storia è il fatto chi ha scritto “Organizzare il Coraggio” non è stato uno scrittore, ma una persona ferita e minacciata, che non si è arresa di fronte alle difficoltà, che non ha mai scelto di diventare un “eroe”, ma vi è stato costretto dagli eventi che lo hanno coinvolto, perché quando gli è stato chiesto di scegliere tra muta illegalità o il rumore della lealtà, lui ha scelto la seconda. Se gli chiedete cosa lo spinga a continuare la sua lotta, cosa lo spinga a continuare la sua vita nella legalità, vi risponderà che non è nient’altro che la fierezza di poter guardare il prossimo negli occhi, sapendo di aver sempre fatto la scelta giusta nella sua vita.
Nel nostro secondo incontro, Masciari ci ha parlato della sua vita da fuggitivo, di come un sistema malsano (mal)tratti testimoni scomodi, di come non si preoccupi minimamente delle condizioni di vita di chi si ritrova trascinato in quel sistema, né della vita stessa di queste persone. Il tutto dietro l’insicura scusa del fatto che detto sistema è costruito per delinquenti, assassini, poco di buono, non certo per persone che hanno solo tentato di seguire la legge.
Si è parlato di tutte le problematiche collegate al tipo di vita in cui la famiglia Masciari è stata costretta, da bambini ridotti a giocare in spazi troppo stretti per poter anche solo imparare a correre a donne malate che non possono neppure affidarsi ad un ospedale per ricevere delle cure. Ad ogni dettaglio trapelato sulla vera identità dei Masciari, un altro trasferimento diventava ncessità. Un inferno, una vita che nessuno avrebbe scelto.
Un famiglia costretta a nascondersi, una famiglia costretta a fingere di essere qualcun altro, la famiglia Masciari, ma è questo il nome che oggi Pino ripete con tanta fierezza, orgoglioso di poter riprendere in mano la propria identità e in tanti oggi sognano quel cognome, i così detti “Amici di Pino Masciari”, ed alcuni di loro non esitano a richiederlo all’anagrafe. Sono loro oggi l’unica difesa di Pino, l’unica organizzazione che lo protegge, perché lo stato già da tempo lo ha abbandonato, molto prima che i processi a cui partecipava finissero (addirittura la maggior parte doveva ancora iniziare). Lo stato, quello stesso stato che lo ha ricattato il doppio di quanto lo ricattasse la ‘ndrangheta, esattamente il doppio. Ma è in questo stato che dobbiamo avere fiducia, nelle sue leggi, affidarci ad esse e combattere perché vengano rispettate. Masciari lo ha fatto per se stesso e per i suoi figli, noi abbiamo il dovere di fare altrettanto.
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