\” La disputa Monti-Pdl sulle responsabilità dei continui suicidi di lavoratori è una pagine triste della politica italiana.
Come si fa a mettere in scena uno spettacolo così mediocre? La gente si ammazza e la politica non trova di meglio che fare scaricabarile sulle colpe da attribuirsi.
Giocare sulla disperazione della gente è volgare, prima che immorale. E\’ volgarità verso la vita: disprezzo per la sofferenza, il dolore, la tragedia.
Questo Paese non merita tutto questo: alle famiglie dei lavoratori che hanno preso congedo dal mondo, esprimo prossimità umana vera.
Conosco la solitudine, conosco la sofferenza. Ai lavoratori chiedo di resistere insieme: facciamo rete, difendiamoci da questo orrore. Alle famiglie in lutto dico: coraggio, dovete mantenere vivo il ricordo dei vostri cari. Il loro sorriso è il nostro arcobaleno\”
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ROMA – \”È un dovere etico e politico per il premier spiegare il significato della frase sulle conseguenze umane della crisi e chiarire a chi ne riferisse le cause\”. Lo chiedono in un\’interrogazione 42 parlamentari del Pdl. Tra i firmatari ci sono il vicepresidente del partito alla camera, Maurizio Bianconi, gli ex ministri Renato Brunetta e Giorgia Meloni, e i deputati Viviana Beccalossi, Pietro laffranco, Michele Scandroglio e Marcello de Angelis, direttore del Secolo d\’Italia. L\’ex ministro Maria Stella Gelmini prima compare nella lista, poi, dopo aver appreso il contenuto del testo, si sfila, riducendo il numero a 41. I falchi del partito, insomma, vogliono che il professore escluda esplicitamente qualunque responsabilità del precedente esecutivo nei suicidi che si stanno verificando in Italia. Non sono dunque bastate le nuove parole pronunciate dal premier dopo le dichiarazioni di ieri. E sarà il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, a rispondere all\’interrogazione. Lo si apprende da fonti governative, che sottolineano come la risposta del Governo verrà data seguendo il consueto iter parlamentare.
Da Firenze Mario Monti oggi era tornato a parlare dell\’operato del governo Berlusconi, dicendo: \”Ha fatto molto in termini di riforme strutturali anche se noi crediamo, così come lo credono i mercati e la Ue, che l\’Italia ora debba fare di piu\”.
Ma l\’irritazione del Cavaliere, evidentemente, non è stata placata. Ieri – lo ricordiamo – il presidente del Consiglio aveva parlato delle conseguenze umane della crisi invitando \”chi ha portato l\’economia in questo stato\” a riflettere. Immediata l\’ira di Berlusconi e il pressing su Palazzo Chigi fino alla nota di precisazione del governo. Governo che dovrà sicuramente fare i conti, nelle prossime settimane, con le ulteriori fibrillazioni innescate nel Pdl dal disastro elettorale.
Ma, più in generale, il risultato del voto delinea uno scenario nuovo tra le forze politiche. \”La Lega non appoggerà i candidati del Pdl al ballottaggio. La segreteria politica ha già deciso che non ci sarà nessun apparentamento formale e nessun appoggio a nessun candidato al ballottaggio, lasciando totale libertà di voto ai nostri elettori\”. Con questa nota, firmata da Roberto Maroni, il Carroccio ha preso definitivamente le distanze dell\’alleanza con il partito di Berlusconi. E ha ufficializzato quanto anticipato nelle ultime ore da vari esponenti leghisti, a partire dal sindaco rieletto di Verona, Flavio Tosi. Quanto alla futura corsa per la segreteria della Lega, Maroni non ha sciolto la riserva: \”Annuncerà la decisione dopo il secondo turno\”.
Acque agitate anche al centro. Il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, ha archiviato l\’esperienza politica del Terzo Polo. \”Oggi siamo in una stagione nuova – ha detto, per il secondo giorno di seguito – in un campo nuovo, il gioco è diverso. Onore a chi ne ha fatto parte, ma il Terzo polo non è sufficiente per rappresentare le esigenze di novità e di cambiamento\”. Un giudizio espresso dopo il risultato deludente delle ultime amministrative. Il leader centrista ha aggiunto: \”A forza di parlare di alleanze la politica si sta distruggendo. Meglio un viaggio in Italia, ripartire dal territorio\”. Poi, a una domanda sul possibile divorzio con Fini e Rutelli, ha risposto: \”Questo lo dite voi, siamo in ottimi rapporti, con Fini siamo in sintonia totale\”.
Si complica, intanto, anche il percorso della riforma elettorale. Dal fronte del Pdl, il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, dice: \”Affinchè siano chiare le posizioni che si confrontano sulla legge elettorale, per quanto ci riguarda non condividiamo nè l\’ipotesi di un sistema a due turni, nè la proposta di modificare la legge attuale introducendo in essa le preferenze\”. Sul doppio turno era tornato a riflettere nei giorni scorsi – dopo le elezioni in Francia – il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, mentre il tema delle preferenze è faro al leader Udc Casini. La vita del Porcellum, insomma, sembra allungarsi.
(09 maggio 2012) © Riproduzione riservata