Il Premier Renzi (ricordiamo, non eletto dai cittadini italiani) ha sbandierato in più occasioni la ripresa delle assunzioni nel nostro paese. In tv, sui giornali, nelle conferenze stampa del Governo, Renzi ha sempre messo in risalto il suo fiore all\’occhiello, il cosiddetto \”Jobs Act\” che a suo dire avrebbe portato più posti di lavoro e più ricchezza per le famiglie italiane (vedi gli 80,00 euro in busta paga ai dipendenti che si sono arricchiti con questa elemosina). Peccato che ora questa sua bolla di sapone (tale era) sia svanita nel nulla visto che i dati ne dimostrano un risultato completamente diverso, altro che nuove assunzioni, altro che ricchezze! Cessati gli sgravi fiscali alle aziende, cessate le assunzioni a tempo indeterminato, un po\’ come se nella nostra auto finisse la benzina e si rimanesse per strada, e così è accaduto con il jobs act, mera illusione di un Governo che continua ad illudere e farsi beffa dei suoi cittadini (per dirla tutta non proprio suoi visto che non lo hanno eletto democraticamente). Viva l\’Italia!!!
Da Jobs act a Flop act, assunzioni calano senza sgravi
Il Jobs Act? La legge sul lavoro del Governo Renzi non funziona. Il taglio degli sgravi garantiti lo scorso hanno produce un segno negativo nei nuovi contratti a tempo indeterminato, con un saldo al ribasso del 23% (da 176 mila a 106 mila occupati tra 2015 e 2016).
Nel primo mese dell\’anno, gennaio, le assunzioni stabili sono state molto inferiori rispetto al gennaio 2015 quando partirono le decontribuzioni per chi assumeva. La riduzione degli sgravi e dei benefici fiscali va quindi a discapito delle nuove assunzioni.
Lo dice l\’Osservatorio INPS parlando dei contratti a tempo indeterminato, al netto delle trasformazioni, mentre nello stesso tempo si registra un aumento dell\’utilizzo dei buoni lavoro. Le opposizioni vanno all\’attacco, in testa il capogruppo di Forza Italia, Brunetta, che prende in giro il premier, \’\’ancora silenzioso Matteo Renzi su Jobs Act,\” scrive Brunetta su Twitter. \”Tanto ciarliero sui numeri gonfiati quanto silenzioso con i flop?\”, chiosa Brunetta.
\”Eravamo abituati ai tweet mensili sui prodigi del Jobs act, avevamo avvertito del rischio \’bolla\’, in quanto gli incentivi avrebbero soltanto drogato il mercato del lavoro piuttosto che farlo ripartire, e quando le previsioni dei gufi si sono realizzate, con la pubblicazione dell\’Inps da cui emerge che nel 2016 con il dimezzamento degli incentivi si sono dimezzate le assunzioni, Renzi tace. Non tweetta più\”, spiega Brunetta articolando il suo pensiero in una nota.
\”Meglio far passare sotto silenzio la cosa. E in effetti i giornali, che quando i dati erano buoni facevano i titoli di prima pagina, obbedienti oggi affogano in brevi pezzi nelle ultime pagine il crollo delle assunzioni\”. In realtà Renzi non tace visto che ancora ieri ha rivendicato i risultati ottenuti con il Jobs Act.
Per non dire del suo ministro dell\’economia, Padoan, che ha raccontato: \”Quando sono stato in Cina sono stato tempestato di domande sul Jobs act dal ministro del Lavoro cinese ha detto che è una riforma che funziona e la vogliono applicare anche loro\”.
In attesa di esportare il Jobs Act in Cina, ci ha pensato il ministro Poletti a spiegare meglio come stanno le cose. Finiti gli incentivi, con il Pil fermo allo zero virgola e una crescita inferiore a quella del previsto, si possono fare tutti gli sgravi del mondo ma l\’occupazione non riparte. Né, aggiungiamo noi, serviranno altri provvedimenti mancia, dagli 80 euro ai 500 euro ai giovani, per far ripartire la economia.
\”Al di fuori di qualsiasi polemica e di ogni pregiudiziale ostilità, in una giornata come quella di oggi, nella quale i numeri dell\’Inps certificano che i dati sull\’occupazione fin qui sbandierati erano strettamente legati a sgravi temporanei e dunque tutt\’altro che strutturali, dal presidente del Consiglio ci saremmo aspettati una parola di chiarezza e non l\’ennesima propaganda\”, scrive sulla sua pagina Facebook il senatore Gaetano Quagliariello, presidente del movimento \”Idea\”.