Mi conforto delle parole del Presidente Forgione, parole che sottolineano la necessità di avere fiducia in una soluzione positiva anche se la nota ricevuta ieri dal Viminale non indicando tempi e modi, risulta generica e non permette di giungere alle Sue stesse conclusioni. Si riferisce unicamente all’aspetto del reinserimento lavorativo senza citare il tema per me prioritario della sicurezza e induce ad un\’interpretazione di ulteriore dilazione dei tempi di soluzione in quanto la nota così cita: “[…]la Commissione centrale permane vigente anche nelle more dell’insediamento della nuova compagine governativa”.
Riconosco che questo Governo ha riaperto una situazione che altri avevano chiuso grazie anche all’attività della Commissione Antimafia che si è adoperata in tal senso, ma speravo che il Ministero degli Interni avrebbe compreso che ulteriori rinvii non fossero più sopportabili per la mia famiglia nella considerazione che la mia sofferta vicenda si protrae scandalosamente da undici anni, anni nei quali ho sempre manifestato il mio alto senso dello Stato e rispetto delle Istituzioni.
Apprendo dalla stampa che il Ministero degli Interni rimarca "adeguate misure di sicurezza" e tengo a precisare che nei miei confronti sono state approntate dopo il mio arrivo in Calabria, e mentre assicura che le forze di polizia si adoperano per valutare le più idonee misure di protezione ora la mia scorta è stata notevolmente ridotta ad una sola vettura e due agenti.
Per quanto concerne la mia famiglia ho conferma nelle parole di mia moglie e delle persone che l\’hanno raggiunta nella località segreta e vivono con lei la quotidianità dalla data di domenica 30 marzo 2008, che è fondamentale raggiungere misure di sicurezza e vigilanza più evidenti, attente e costanti.
Comunque continuo ad oltranza la mia protesta in Calabria e replico la richiesta di asilo politico o l’adozione della mia famiglia alle altre Nazioni, fino all’effettiva e concreta soluzione al mio caso. Sono obbligato unicamente dalla responsabilità nei confronti della mia famiglia e agisco al fine di liberarla dalla sofferenza oramai divenuta insopportabile e insostenibile.
Non ho permesso, non permetto e non permetterò che si faccia strumentalizzazione politica sulle nostre esistenze, e percepisco che le persone che si accostano a me lo fanno perché credono in questa causa di Giustizia e comprendono il dolore di questa fatica e la vogliono condividere al di fuori di ogni etichetta e con spirito costruttivo.