dal Blog di Benny Calasanzio
Io sono Pino Masciari
Ogni giorno, in media 200 persone leggono questo blog. Persone che non posso che ringraziare e rispettare. Ma oggi mi arrogo il diritto di regalarvi ad una persone speciale, senza chiedervelo, senza avvertirvi che quello che leggerete è un virus. Vi rubo un pezzo della vostra memoria per regalarlo a Pino Masciari. Pino è un uomo, ma anche un concetto, e secondo lui ogni persona in più che conosce la sua storia gli allunga la vita di un giorno. Si direbbe anche che ha doti poetiche, se non fosse che questa bella frase nasconde l\’inferno. Pino Masciari oggi è un uomo che vive in località segreta, che quando va in giro per gli incontri con le scuole, con i giovani, lo fa con la scorta. Pino ha fatto condannare capi della N\’drangheta, politici, giudici corrotti e consiglieri di Stato. Ma Pino ieri era solo un imprenditore, che a soli trentadue anni aveva appalti sparsi per l\’Europa, per un giro di affari di centinaia di miliardi e con duecento dipendenti. Il padre era imprenditore, Pino era imprenditore. Ma un giorno, e so bene di cosa parla, gli chiesero dei contributi per gli amici in carcere. Pino però di amici in galera non ne aveva. Cominciarono col chiedergli il 3% sugli appalti e l\’assunzione di persone vicine ai clan. Gente per bene gli N\’dranghetisti, se pensate che invece il sistema politico-colluso gli chiedeva il 6%. Pino denuncia tutto dal primo minuto, nonostante le minacce, gli attentati e una fucilata a suo fratello. E allora cosa ci fa Pino in località segreta oggi? Semplice. Una notte lo Stato gli dice che il rischio per la sua vita è imminente e deve obbligatoriamente lasciare la Calabria perchè non si è in grado di garantire la sua incolumità. Lo deportano, in una notte. Io non sto qui a raccontarvi tutto quello che ha vissuto, ma avrei preferito non conoscere la storia di Pino Masciari, perchè vi do la mia parola che adesso ci penso ogni giorno, non riesco a dimenticare le sue parole, le parole di un uomo grande e grosso che chiede aiuto a bambini, ragazzi e anziani. Che ti lacera il cuore raccontandoti che i suoi bambini non sanno correre perchè sono cresciuti tra le mura domestiche, che un giorno, su una panchina, un amico del figlio continuava a chiedergli come si chiamasse di cognome e il bambino continuava a ripetere il nome. Non lo sapeva il cognome. Come faccio a vivere una vita spensierata io, sapendo che ogni mattina, quando esce di casa, potrebbe essere, l\’ultima volta che lo fa? Perchè Pino nel paese in cui vive non ha scorta, non ha protezione. Tutti sanno chi è. Ma lo Stato gli ha categoricamente vietato di tornare in Calabria. Gli avevano anche vietato di andare alle udienze dei processi che grazie a lui si sono istruiti. E sapete che le dichiarazione non confermate in sede processuale equivalgono al nulla. Gli hanno revocato la protezione già una volta, poi lo hanno lasciato in Calabria, durante i giorni del processo, solo in una stanza d\’albergo. Hanno giocato con un uomo che si è consegnato nelle mani di uno Stato indegno di accoglierlo, che da Pino dovrebbe trarre onore e non cercare in tutti i modi di seppellirlo mentre è ancora vivo. Se Pino Masciari si fosse piegato a quello che tutti fanno, pagare senza dignità, oggi sarebbe probabilmente uno tra gli imprenditori più ricchi della Calabria, con una bella moglie medico odontoiatra, e due figli che sono il suo ritratto. Oggi, per aver fatto quello che ogni italiano sarebbe tenuto a fare, vive in esilio, con i pochi euro che lo Stato gli passa, con il divieto di tornare a fare l\’imprenditore e con la rabbia di chi sa di stare dalla parte giusta ma maledice questa Italia che va al contrario. Vi ho raccontato l\’1% di quello che Pino ha vissuto e vive quotidianamente. Il suo sito è www.pinomasciari.org. Seguitelo, ha bisogno di tutti voi. E questo l\’ho capito quando mi ha detto che è giusto commemorare e ricordare i caduti, coloro che sono morti perchè hanno fatto come lui, ma che non si deve aspettare che lo uccidano, per accorgersi di lui e poi innalzarlo ad eroe. Pino Masciari è vivo, stiamogli adesso vicini e non quando sarà troppo tardi.