foto di csm2mk
Partiremo tra poche ore da Torino in 900. Altri arriveranno dalle altre città. Amici da tutta l\’Italia nella giornata della memoria e dell\’impegno di Libera per ricordare le vittime delle mafie. Ritroveremo Pino e affronteremo la giornata insieme a lui, affronteremo tutto insieme a lui.
Vi aggiorneremo e potrete seguire le dirette video della giornata da questo blog e da antenneattive. Così sarete con noi, testimoni del procedere degli eventi. Seguiteci.
QUI il video di ieri sera dell\’inaugurazione del bene confiscato a Torino in Via Salgari. Interventi di Davide, Diego e mio. Grazie Robi per le magie videocellulari!!
Qui un articolo riguardo la giornata a Benevento della Sialp con l\’intervento di Pino Masciari, dal quale riporto un brano:
“Io sono amico di Pino Masciari”: è la scritta che capeggia, orgogliosa, sulle t-shirt di promozione che rivendicano oltre ad un’appartenenza, una radicata consapevolezza di democrazia.
Quella che lotta pur nel silenzio delle difficoltà e della solitudine, quella che non cede al compromesso e non accetta condizione, quella che Pino Masciari, ospite a Benevento in occasione della prima giornata antiracket a sostegno della legalità, difende a denti stretti dal 1990, quando ha scelto di dissentire. E il suo dissenso, tanto legittimo e determinato da consentire l’avvio di importanti, delicatissimi processi contro la ‘ndrangheta calabrese, è diventato un grido di pace, e di speranza.
Parla con determinazione e coraggio fuori dall’ordinario, il nostro Pino Masciari, deciso a non celare alcuna emozione quando rivolge il pensiero all’amata moglie Marisa e ai suoi due figli, pronto a riconfermare tutto quanto, dolorosamente, ha messo a disposizione degli inquirenti, convinto più che mai che la sua strada in salita sia la migliore di quelle perseguibili.
“Una sola cosa non sono riusciti a portarmi via: la dignità”.
Imprenditore, nato a Catanzaro nel ’59, sottoposto dal ’97 ad un programma speciale di protezione, Pino Masciari ha subito, insieme alla sua famiglia, l’allontanamento dalla sua terra e dall’ amato lavoro troppo ingombrante, l’esilio, la solitudine sofferta, le minacce, le vessazioni, il senso di impotenza e di abbandono, il menefreghismo coatto di quanti avrebbero voluto che desistesse. Istituzioni comprese.
Eppure Masciari, che ogni mattina accompagna i figli a scuola con l’angosciante assillo di poterli vedere, forse, per l’ultima volta, costretto a rinunciare ad una vita ordinaria per aver detto “no”, ha doppiamente voluto mettersi in gioco
da quando presta il suo volto e la sua singolare testimonianza alla lotta indiscriminata contro la criminalità organizzata, sottile e tagliente come la lama di un coltello, dolorosa ed insostenibile come un’inevitabile condanna, sordida e meschina perché protetta dalla condiscendenza e dall’impunità.
“Mi trovai completamente solo, con una famiglia numerosissima di nove fratelli e per poter continuare
a lavorare dovetti cedere alle richieste estorsive: il SEI per cento ai politici, il TRE per cento ai mafiosi. Ed
i soprusi che dovetti sopportare, le angherie, le assunzioni pilotate, le forniture di materiali e di manodopera imposta da qualche capo-cosca o da qualche amministratore, nonché costruzioni di fabbricati e di uffici senza percepire alcun compenso, regali di appartamenti, l’acquisto di autovetture, e persino la costruzione di cappelle
cimiteriali ecc….”. Pino Masciari ha scelto la dissomiglianza e la non appartenenza, il coraggio che oggi paga amaramente ma che gli consente di proseguire, strenuamente, la sua battaglia, per la legalità e la trasparenza. Ed è un fiume in piena quando parla del passato già prevedendo cosa gli riserverà il futuro, senza mai cedere ai luoghi comuni e alla retorica di chi, spesso, sposa nobilissime cause senza comprenderne le responsabilità. Eppure Pino Masciari di amici ne ha trovati tanti nei suoi anni di militanza e oggi, alla luce e della sua smisurata, intensa, voglia di riscatto, chiede che siano loro ad allungargli la vita.
MELANIA PETRIELLO
(Dal Messaggio d\’Oggi del 13 Marzo 2008)