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Pino Masciari “vittima del dovere” rivendica la libertà di poter fare il suo mestiere e di decidere dove svolgerlo
L’odissea di un imprenditore
ha denunciato racket e malaffare
ma con la famiglia è stato relegato altrove
di Marialucia Conistabile
In questa settimana ritornerà in Calabria. Mercoledì un altro processo lo aspetta a Catanzaro. Per l’ennesima volta, dunque, Pino Masciari lascerà la località “una volta” protetta, ma quando sarà nella regione sfiorerà senza potersi fermare il Vibonese.Lui nella sua terra avrebbe voluto tornare, anzi da Serra non avrebbe mai voluto andarsene. Invece con la sua famiglia – la moglie Marisa è una dentista –è stato costretto a trasferirsi altrove. «Sono una vittima del dovere, altroché testimone di giustizia – sbotta Masciari – sono un imprenditore che ha avuto il coraggio di denunciare le richieste del racket e della politica che pretendeva da il 6 per cento su ogni appalto e per questo è stato costretto a fuggire via come un ladro. Dovevo rimanere qui e avere garantita la sicurezza; è qui che dovevo camminare a testa
alta, perchè è qualche altro a doverla abbassare davanti a me…». Ogni viaggio in Calabria per l’imprenditore di Serra San Bruno si trasformano in vere e proprie odissee senza considerare il senso di amarezza che lo avvolge ogni volta che ritorna nella sua terra, dalla quale oltre dieci anni fa è stato lui, sua moglie e i suoi figli, a doversene andare. Oggi Confindustria – particolarmente in Sicilia – invita i propri iscritti alla denuncia del malaffare, li esorta….
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fonte: Gazzetta del Sud dell\’ 8 ottobre 2007
La macchina di Pino ha un buco nella gomma – da LiberaPiemonte
Riprendiamo un\’intervista fatta a Pino Masciari da Libera Piemonte. Cliccando sull\’immagine arriverete al sito originale dove trovare i tanti progetti che questi amici portano avanti.
La macchina di Pino ha un buco nella gomma
La scorsa settimana Pino Masciari ha affrontato uno dei suoi soliti viaggi. Non si tratta di viaggi in business class, non si tratta di viaggi che hanno come meta villaggi turistici. Sono viaggi del dovere, quel genere di viaggi che lo portano da un aula di tribunale all\’altra e che nella sua ormai decennale esperienza nascondono sempre qualche tranello. Lo abbiamo sentito proprio perché ci raccontasse l\’ultima disavventura.
Allora Pino, cosa succede?
Succede che mi capita di viaggiare su mezzi obsoleti che rendono gli spostamenti più difficili e anche più pericolosi. Questa volta il nostro viaggio è stato un\’odissea. Ed ho avuto problemi anche al ritorno. E dal momento che non si tratta della prima volta, ne deduco che i mezzi non sono adeguati.
Ma tu cosa hai fatto? Hai segnalato i disagi?
Certamente. Quando sento i responsabili del Servizio Centrale, sento da parte loro la massima disponibilità. Avverto che sono sensibili alle mie sollecitazioni e alle mie richieste. Poi però qualcosa evidentemente non funziona.
Cosa vuoi dire esattamente?
Per esempio la scorsa settimana io sono rimasto bloccato in un piazzale di un comando provinciale dei carabinieri per quattro ore. Mi dicevano che non potevano garantirmi la tutela se non per l\’udienza in tribunale. Ho telefonato ai Servizi e mi hanno risposto testuali parole “Il cittadino Pino Masciari è libero di muoversi su tutto il territorio con la tutela necessaria…”. Allora perché quei carabinieri avevano quegli ordini?
Ti senti abbandonato?
No, assolutamente. Avverto il sostegno della società civile e questo mi da tanta forza. Ed avverto anche il sostegno e la solidarietà di politici ed istituzioni. Quando partecipo ad avvenimenti pubblici, sento che la gente ascolta attentamente le mie parole; sono in tanti quelli che mi dicono che non pensavano esistessero delle situazioni come la mia. E sono tanti anche i politici che mi stringono la mano e mi dicono grazie. E questo per me è importante.
Ma allora dov\’è che si inceppa quel qualcosa che non fa filare tutto come dovrebbe?
Esistono dei centri di potere che si mescolano a quelli legittimi e istituzionali. Ed esistono anche indagini in corso su certi rapporti. Io sento che c\’è qualcosa che mi contrasta, non perché ci sia qualcuno che ce l\’abbia con me, ma per quello che rappresento, ovvero quella parte di Italia che lotta per la legalità.
Pino e adesso cosa farai? Ti fermi?
Io non mi do per vinto. Dovrò tornare a testimoniare in quel processo, sperando di fare un viaggio finalmente degno. Quel che chiedo è che sia rispettata la mia dignità di uomo e con me quella dei miei familiari che mi attendono a casa. Non mi arrendo di fronte alle vessazioni, perché so che non sono solo e perché voglio che emerga finalmente quel che c\’è di buono nella nostra tanto bistrattata terra. E\’ la mia missione e la porterò a compimento.