\”Il Governo sta per varare un robusto piano di tagli alla spesa. Incerti tuttavia i settori di intervento. A Monti chiedo di avere coraggio: si colpiscano in profondità i privilegi della politica e i suoi indecenti costi. Guai a toccare i lavoratori: sarebbe intollerabile.
Il nostro Paese ha bisogno di una svolta radicale: basta tasse sul lavoro e sulle imprese. Il nostro problema è il clientelismo della politica con i suoi apparati di potere: questa sistema va smantellato in tutte le sue articolazioni periferiche. Non possiamo più permetterci di affrontare la globalizzazione con un\’idea ottocentesca di politica e società: NON SIAMO NEL MEDIOEVO.
Aspettiamo le misure di Monti: sia chiaro, però, fin da adesso che ci aspettiamo risposte chiare e nette. La politica ha bisogno di una cura dimagrante: dobbiamo pensare ai giovani e non ai privilegi di Casta\”
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Fonte: Il Corriere della Sera – Slitta l\’incontro con le parti sociali. Bonanni: non attaccate gli statali o mobilitazione
Ora tocca alla spending review in una forbice che va dai 4 agli 8 miliardi di euro. Lo deciderà una apposita riunione di governo che si terrà domani pomeriggio. Il successo di Bruxelles e la vittoria sulla Germania hanno fatto cambiare l\’agenda di Palazzo Chigi. Il vertice tra i ministri economici previsto per oggi pomeriggio è saltato anche perché il premier Mario Monti ha deciso di andare a vedere la finale Italia-Spagna a Kiev.
IL CONSIGLIO – L\’incontro con le parti sociali in programma per domani slitta a martedì mattina mentre Monti andrà in Senato martedì pomeriggio e alla Camera mercoledì mattina per riferire a deputati e senatori gli esiti del Consiglio europeo. Il consiglio dei ministri per varare i tagli agli sprechi potrebbe tenersi giovedì o venerdì. Insomma l\’urgenza programmata nel caso di un ennesimo nulla di fatto dal summit europeo non c\’è più, il governo può tirare un respiro di sollievo per tarare bene i prossimi provvedimenti quasi tutti legati alla spending review.
Molto dipenderà anche dalla reazione «a freddo» dei mercati lunedì alla riapertura delle Borse dopo quella a caldo di venerdì dominata dall\’euforia. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, ieri ha confermato comunque che per «la spending review è questione di giorni». «Noi abbiamo il dovere di colpire gli sprechi – ha detto durante una pausa degli stati generali delle Regioni del Sud a Catanzaro – non voglio dire che sono sprechi dolosi ma sono oggettivi, costi che si pagano al di sopra della media, non tagliamo i servizi ma i surplus di spesa».
SPRECHI – Catricalà parla di servizi ma nel carnet del governo la mannaia contro il capitolo sprechi sta salendo sempre più di livello. La prima versione di Giarda-Bondi era di 4,2 miliardi, poi salita a 5, ora si parla di 7-8 miliardi che servono non solo per evitare l\’aumento dell\’Iva ma anche per risolvere gli extra costi da \”esodati\” e quelli derivanti dal terremoto in Emilia Romagna. Indiscrezioni di palazzo, ora che la paura è passata, confermano che la riunione in un primo tempo prevista per questo pomeriggio sarebbe stata una sorta di «gabinetto di guerra» riservato ai soli ministri economici che, insieme a Monti, avrebbe potuto allestire provvedimenti pesanti e d\’urgenza da dare in pasto ai mercati nel caso di una fallimento del consiglio di Bruxelles. Sempre a livello di indiscrezioni è stato ipotizzato un prelievo sui conti correnti e sui patrimoni, taglio alla «greca» di migliaia di dipendenti statali eccetera, manovre straordinarie comprese. Per fortuna il peggio è passato e non sapremo probabilmente mai quello che abbiamo evitato.
I DOSSIER – Intanto il governo prosegue con la spending review su sanità e pubblico impiego. Sono lì infatti, come dimostrano i dossier preparati dai ministeri competenti, che si annidano gli sprechi maggiori. Rumor non smentiti dall\’esecutivo danno sempre più certo un intervento di riduzione sul numero di dirigenti (-20% di prima fascia, -10% la seconda) ognuno dei quali, mediamente, gestisce appena 9 dipendenti. Si parla di cassa integrazione anche per gli statali (il 5% del totale), snellimenti per le province e di tutta la macchina amministrativa delle società municipalizzate. Il sindacato è allarmato. Il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni si è rivolto al governo invitandolo ad evitare «errori e a dare in pasto fatti solo clamorosi». La Cgil teme che l\’incontro di martedì sia «solo un\’informativa dove, alla luce di ciò che pare stia emergendo, ci verranno mostrati gli ennesimi, dannosi e vessatori, tagli lineari e tutti a danno dei lavoratori». Anche Cesare Damiano (Pd), si mostra preoccupato che il governo proceda sul pubblico impiego «con l\’accetta così come ha fatto con i pensionati».
Roberto Bagnoli