Secondo quanto ricostruito dal settimanale, in edicola domenica, è stata una società “finora ignota”, Egl Produzione Italia, controllata dalla svizzera Axpo, a ricevere nel 2004 e 2005 due finanziamenti europei a fondo perduto da 3 milioni di euro per i progetti di fattibilità e gli studi preliminari propedeutici all’opera. Lo dimostrano documenti che la ong Re:Common ha chiesto e ottenuto dalla Commissione europea. La parte più interessante, si legge nell’inchiesta di Paolo Biondani e Leo Sisti, è che fino al 2007 il numero uno dell’azienda è stato un cittadino svizzero, Raffaele Tognacca, che in seguito, dopo aver lavorato in Italia per Erg, tornato in patria ha fondato Viva Transfer. Una finanziaria finita al centro di un’indagine antimafia arrivata ora al processo.
Nel 2014, scrive L’Espresso, le Fiamme Gialle scoprirono un presunto clan di narcotrafficanti legati alla ‘ndrangheta. Stando alle confessioni dei corrieri del gruppo, capeggiato da un calabrese, il milione e mezzo di euro da versare ai narcos sudamericani in cambio della cocaina fu portato “in contanti, dentro due trolley, a Lugano, nella sede della Viva Transfer”. E a ricevere i pacchi di banconote fu “Raffaele Tognacca in persona”. Al processo, in corso a Roma, i pm hanno formulato l’accusa di riciclaggio e, si legge nel servizio, hanno chiesto ai magistrati svizzeri di indagare sulla parte estera. Tognacca sostiene tuttavia di non essere “stato oggetto di nessuna misura istruttoria e/o procedimento penale, né in Italia, né in Svizzera”. La Egl, nel 2012, ha cambiato nome in Axpo, che compare tra i soci di Tap Ag (nata nel 2007) insieme a Bp, Snam, Fluxys, Enagas e all’azera Az-Tap.
Tap dal canto suo ha diffuso nel pomeriggio una nota in cui annuncia che “provvederà nelle prossime ore a sporgere querela contro gli autori e il direttore del giornale, riservandosi la facoltà di adire anche il tribunale civile per il risarcimento del gravissimo danno reputazionale, annunciando fin d’ora che esso sarà devoluto all’associazionismo antimafia”. “E’ arbitrario, infondato ed evidentemente inaccettabile“, si legge nel comunicato, “l’accostamento di Tap Ag e del progetto del gasdotto transadriatico alla parola mafia effettuato con un suggestivo titolo sul numero in uscita domani del settimanale l’Espresso“. “Tap – prosegue la nota della multinazionale – è impegnata con verificabile e verificata coerenza nella più rigorosa applicazione delle leggi e dei regolamenti italiani ed europei nella attribuzione di appalti e subappalti ed ha da tempo sottoposto alla Prefettura di Lecce un protocollo antimafia che garantisca la massima trasparenza della conduzione dei lavori”.