La Calabria e\’ stata piu\’ volte funestata dai terremoti nel corso dei secoli. Che sia un territorio \’ballerino\’ e\’ cosa nota da decenni. La storia in questo periodo ricorda il terribile sisma che colpi\’ la parte centrale della regione, nella notte tra il 7 e l\’8 settembre 1905.
Oltre un secolo fa, alle 2.45 circa, una violentissima scossa di terremoto durata 40 secondi porto\’ distruzione e lutti soprattutto nella provincia di Catanzaro, che all\’epoca raccoglieva i comuni ricadenti oggi nella provincia di Vibo Valentia, ma con grandi conseguenze anche negli altri territori di Cosenza e Reggio Calabria. Furono 557 i morti, e 2.615 i feriti.
E\’ uno dei terremoti che per primo venne documentato dal cinema, e gli inviati dei quotidiani nazionali nelle cronache del tempo descrissero i danni dei 326 comuni, i lutti e il ritardo nei soccorsi. Fu talmente devastante che l\’inviato del Corriere della Sera, Luigi Barzini, scriveva: \’\’Non attendetevi un racconto ordinato di quanto ho visto nel rapido giro della regione devastata e neppure una cronaca del tremendo cataclisma. E\’ troppo vasto il quadro dell\’orrore e ho qualcosa di piu\’ urgente da dirvi\’.
Soltanto tre anni dopo, nel dicembre 1908, si registro\’ la catastrofe del terremoto nello Stretto di Reggio Calabria e Messina, che porto\’ alla distruzione delle due citta\’, a causa del maremoto che le onde provocarono, e a migliaia di morti.
Nella mappatura realizzata dal geologo Carlo Tansi, ricercatore del Cnr presso l\’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica di Rende e docente di geologia strutturale nel dipartimento di Scienze della Terra dell\’Universita\’ della Calabria, si hanno notizie di terremoti fin dal 1183, quando si verifico\’ nella Valle del Crati.
Ne seguirono altri nel 1638 nella Calabria centrale, nel 1783 nella parte meridionale della regione, nel 1835 quello che colpi\’ il cosentino, che replicarono anche nel 1854 e nel 1870. La particolarita\’ dell\’analisi e\’ che i sismi si sono verificati lungo le faglie che caratterizzano la Calabria, che rendono prevedibili i luoghi dove possono verificarsi i movimenti tellurici. \’\’Non possiamo prevedere quando -spiega Tansi all\’Adnkronos- ma possiamo immaginare dove si verificano i terremoti\’\’.
La pericolosita\’ della regione \’\’deriva – afferma ancora il geologo – dalla sua peculiare collocazione geologica. Si trova esattamente lungo la zona di contatto tra l\’Europa e l\’Africa che si stanno avvicinando a una velocita\’ di sette millimetri l\’anno. E\’ cioe\’ schiacciata dall\’enorme morsa costituita dalla placca africana, a sud, e da quella europea, a nord\”.
\”Compressi in questa morsa, i terreni calabresi si rompono lungo imponenti fratture – sottolinea – lunghe decine di chilometri e profonde fino a 10-15 km, che i geologi chiamano faglie\’\’. Uno dei problemi principali e\’ la prevenzione. Il geologo nel 2007 ha rassegnato le dimissioni da vicepresidente del consiglio dell\’ordine dei geologi calabresi per richiamare al senso di responsabilita\’.
\’\’Fino a pochi anni fa – ricorda Tansi – la Regione Calabria faceva controlli a campione sui progetti presentati, ma sono una minima parte. Poi, dopo lo scandalo pubblico, si e\’ adeguata con una legge regionale che pero\’ non viene applicata\’\’. Il geologo insiste: \’\’C\’e\’ ancora tanto da fare nell\’interesse della pubblica incolumita\’ in una delle regioni piu\’ esposte al mondo ai rischi naturali\’\’.
\’\’In Paesi tecnologicamente piu\’ avanzati del nostro – prosegue Tansi – il rigoroso rispetto delle leggi e un\’avanzata ricerca scientifica e tecnologica sono riusciti a contrastare efficacemente il terremoto. Quei terremoti anche di elevata magnitudo – conclude il geologo – che Los Angeles hanno fatto cadere qualche quadro, qualche mobile, o al massimo qualche cornicione, senza danni significativi, in Calabria, e piu\’ in generale in Italia, hanno mietuto e continuano a mietere centinaia di migliaia di vittime\’\’.
La Calabria nel tempo ha imparato che e\’ importante essere pronti all\’eventualita\’ di catastrofi naturali. Il sottosegretario alla Protezione civile Franco Torchia sta lavorando con il dipartimento nazionale per un piano efficiente. Nei mesi scorsi e\’ stata fatta una simulazione lungo l\’A3 Salerno-Reggio Calabria, in cui hanno lavorato insieme molti attori, dalle forze dell\’ordine all\’Anas all\’ordine dei geologi, coadiuvati dalla prefettura di Reggio Calabria.
Entro la fine dell\’anno sara\’ organizzata una grande simulazione che coinvolgera\’ anche gli studenti delle scuole. Un elemento di novita\’ e\’ l\’avvio di corsi di formazione, in autunno, ai quali saranno invitati a partecipare anche i sindaci e i tecnici comunali per acquisire consapevolezza della necessita\’ di essere preparati in materia di protezione civile.
\’\’Dico sempre – sostiene Torchia – che i primi capi di protezione civile nei comuni sono i sindaci\’\’.
Nel dialogo avviato tra la Regione Calabria e le amministrazioni, si chiedera\’ ai sindaci di tracciare una mappatura dei disabili e anziani in difficolta\’ nei propri comuni, in modo tale da riuscire ad arrivare presto ai soggetti deboli in caso di terremoto o disastro naturale. Sono poi in corso di individuazione le zone tra Tropea (Vibo Valentia)-Reggio Calabria-Saline Joniche per l\’eventuale allestimento dei campi per l\’accoglienza dei cittadini.
Torchia annuncia inoltre che incontrera\’ anche le autorita\’ omologhe a Messina, che si sono gia\’ dotate di un piano ritenuto valido dal sottosegretario alla Protezione civile della Calabria.
\’\’Stiamo instaurando, insomma – conclude – una serie di tavoli di lavoro per migliorare la gestione dell\’emergenza. Naturalmente speriamo sempre che non accadano disastri, ma il nostro compito e\’ essere preparati il piu\’ possibile nell\’eventualita\’ che si manifestino. D\’altra parte il 50% dei comuni calabresi ricadono nella prima fascia di rischio per i terremoti\’\’.
tratto da Adnkronos