Pubblichiamo di seguito il tema di una studentessa, Elena del Liceo Marie Curie di Collegno (To), riguardante la settimana di autogestione che ha visto fra gli incontri anche quello con Pino Masciari.
Durante la settimana di autogestione, precisamente il 1 Febbraio 2011 dalle 09.00 alle 11.00 circa, presso il Bocciodromo, è avvenuto un incontro con Pino Masciari, che aveva come titolo: ‘’Resistenza: il coraggio contro le mafie’’. In queste due ore Pino ha raccontato la sua esperienza ed ha presentato il suo libro (scritto con la moglie Marisa): ‘’Organizzare il coraggio. La nostra vita contro la ‘ndrangheta\”, che ho avuto in questi giorni il piacere di leggere.
Masciari, imprenditore edile calabrese, è stato sottoposto dal 18 ottobre 1997 assieme alla moglie e ai suoi due figli, Francesco e Ottavia, ad un programma speciale di protezione per aver denunciato la ‘ndrangheta (la criminalità organizzata calabrese) e le sue collusioni politiche.
Pino Masciari, fin da ragazzo lavorò nell’impresa edile del padre che ereditò poi nel 1988.
I suoi guai iniziarono quando decise di non sottostare alle pressioni mafiose dei politici e al racket della ‘ndrangheta. Infatti, sia politici che mafiosi cominciarono ad intralciare le sue imprese edili bloccando le attività (dando fuoco a macchinari, rubando la benzina dei mezzi (e talvolta anche questi ultimi) e rendendo impossibili i rapporti con le banche con cui egli operava.
Masciari all’inizio della sua carriera, alla morte del padre, trovatosi da solo con nove fratelli, dovette cedere ad alcune pressioni per proseguire i propri lavori. Fu solo due anni dopo, nel 1990, che Pino Masciari si ribellò alle pretese dei politici. Nel 1992 inizia a ribellarsi anche alla ‘ndrangheta, cominciando ad essere vittima di furti, incendi, danneggiamenti e minacce. In questo periodo spararono anche a suo fratello. Contemporaneamente le banche gli consigliavano di rivolgersi agli usurai per ottenere quei soldi che non riusciva a guadagnare a causa dei mancati pagamenti da parte dei mafiosi, dei lavori già realizzati.
Nel 1994 Pino licenzia tutti i suoi operai e, sempre in quell’anno, iniziò a raccontare le vicende a cui doveva far fronte, sentendosi dire di rassegnarsi.
Le sue denunce sono state fatte presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, i cui giudici, dopo aver valutato la vastità dei racconti e dei grossi personaggi accusati durante le denunce, considerò grave il pericolo cui la famiglia Masciari era sottoposta. Decisero allora di farlo entrare sotto la tutela del servizio centrale di protezione.
Nel 1996 un giudice dichiara la ditta ‘’Masciari Costruzioni’’ fallita.
Nel libro scritto da Pino e sua moglie, vengono soprattutto esposti i problemi, alquanto gravi, riguardanti il servizio centrale di protezione, che sottovalutava il grave pericolo di vita cui era sottoposto Masciari e con lui anche la sua famiglia. Per non parlare delle condizioni notevolmente sconfortevoli delle case in cui dovevano vivere nelle località protette.
Negli anni in cui si svolsero i processi, Masciari, a causa della mancanza della scorta, fu costretto varie volte a recarsi a Catanzaro sulla propria macchina non blindata da solo, e sempre da solo dormiva negli alberghi i giorni prima dei processi, registrato anche con il suo vero nome.
La sua storia mi ha colpito particolarmente e la curiosità mi ha portata a leggere il suo libro, che ritengo uno dei più interessanti che abbia mai letto.
Trovo che sia un uomo da ammirare, perché l’unica cosa che si può fare per risolvere questo grosso problema è proprio quella: opporsi, togliere quella macchia che ha imbrattato il nostro paese.