Purtroppo non è un record positivo e di cui andarne fieri, ma la città di Torino e comunque tuto il Piemonte sono sempre più al centro delle cronache per i fatti di \’ndrangheta. La presenza di numerosi affiliati ai vari clan, boss di pesante calibro, fanno si che la città della mole sia sempre più sotto le maglie mafiose della \’ndrangheta! Lo Stato purtroppo poco sta facendo, non bastano tavole rotonde o meeting, non servono manifestazioni, perchè dinnanzi alla foza ed al potere della \’ndrangheta ci vuole pugno duro, pene certe e sentenze più celeri, svegliati Italia!
Il carico di droga arriva in taxi: 14 arresti tra Torino e Asti
Dodici persone in manette con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti e altre due per tentata estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. In un caso gli investigatori hanno documentato la consegna di un carico di droga con l’impiego di un taxi. È’ il risultato di un’operazione condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, nelle province di Torino e Asti, come sviluppo dell’inchiesta che lo scorso gennaio aveva portato in carcere un gruppo criminale legato alla famiglia Crea, nome di spicco nel variegato mondo della ’ndrangheta. In quella prima fase erano finiti in carcere 22 persone con l’accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso, con gravi episodi di estorsione e usura.
Grazie a quell’indagine i carabinieri hanno scoperto un canale riconducibile agli indagati per il commercio di droga con ramificazioni consolidate in Sudamerica, soprattutto in Colombia. Nel corso dell’inchiesta, a riscontro dell’attività di spaccio sul territorio italiano, erano state già state arrestate nei mesi scorsi 11 persone in flagranza di reato ed era stata sequestrata droga per circa 50 chili, tra cocaina, hashish e marijuana, oltre a una piantagione di canapa indiana. Nel corso delle indagini per associazione mafiosa sono emerse, inoltre, le posizioni di altri due soggetti, padre e figlio, in ordine alla tentata estorsione in danno del cliente di una bisca clandestina gestita dal gruppo criminale, il cui titolare è stato già tratto in arresto nella precedente operazione, per un debito di gioco di 25.000 euro.