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E\’ quello che accadrebbe se passasse la norma sulle intercettazioni, punito chi registra la telefonata dell\’estorsore che minaccia. Verrebbero cancellati in un attimo tutti quei gesti coraggiosi di chi, ricevendo una minaccia di estorsione od altro al telefono, registra per poi denunciare il vile atto. Lo stesso Pino Masciari ha agito in passato con questo modus operandi registrato le telefonate minatorie, denunciato e fatti condannare, oltre a boss della \’ndrangheta anche un Giudice e senza le intercettazioni, niente di tutto questo sarebbe potuto avvenire. C\’è di peggio che ad oggi, passando la norma, l\’imprenditore che registra il colloquio telefonico per usarlo come prova, viene a sua volta denunciato, paradosso di un\’assurdità che va\’ oltre ogni logica. Lo Stato continua a fare regali alle mafie, facendo di tutto per agevolarle. Uno Stato che vuole lottare contro la corruzione ma che poi diventa quasi esso stesso il mezzo più facile per agirare le leggi! Continuamo a rendere questo paese ridicolo!

Intercettazioni, Flick e Gratteri contro la norma Pagano: \”Regalo ai criminali\”

\”Inutile punire chi registra, vogliono colpire la stampa\”, dice l\’ex guardasigilli. \”Tre mesi per investigare? Sarebbe fine delle indagini per mafia\”, aggiunge il magistrato

\”Sarebbero un gran regalo alle mafie\”. Nicola Gratteri, procuratore aggiunto a Reggio Calabria, bolla così il pacchetto di riforma in discussione in Parlamento sul tema intercettazioni. Una bocciatura condivisa, seppur con diverse sfumature, dall\’ex ministro della Giustizia ed ex presidente della Consulta Giovanni Maria Flick: \”Ho molte perplessità. Il testo sembra voler punire chi diffonde le intercettazioni, non chi le fa. E questo mi pare un po\’ freudiano\”. Ritornate di grande, grandissima attualità con il \’caso Crocetta\’, le intercettazioni sono ora oggetto di una riforma in discussione alla Camera e, in particolare, a suscitare perplessità e polemiche è il cosiddetto emendamento Pagano, presentato dal Nuovo Centro Destra. Raffaele Cantone, presidente dell\’autorità anti-corruzione, in un\’intervista al Corriere della Sera, aveva ricordato che \”molte volte la captazione nascosta di colloqui tra le persone ci è servita per individuare dei fatti gravi e colpire, di conseguenza, la criminalità organizzata. Ecco, vorrei che si tenesse conto di questo dato nella formulazione della futura norma\”. Dopo di lui, sono oggi l\’ex ministro Flick e il magistrato Gratteri a snocciolare tutte le loro preoccupazioni sul tema in altrettante interviste su Repubblica e sul Fatto Quotidiano.
Flick: \”Reato inutile perché già esiste\” \”I reati ci sono già – spiega l\’ex guardasigilli -, con dei limiti precisi: quando si invade la vita privata di una persona inserendosi nel suo domicilio, articolo 615 bis, o quando si prende cognizione illecitamente di una comunicazione o di una conversazione tra altre persone, articolo 617, che fa pendant col 616 che punisce chi prende cognizione o rivela il contenuto di una comunicazione a distanza non diretta a lui\”. \”Non c\’è differenza sostanziale tra il memorizzare nel cervello o il memorizzare su un taccuino o farlo su un registratore – aggiunge Flick -. Quando una notizia che il mio interlocutore mi ha dato spontaneamente nella nostra conversazione è entrata nel mio patrimonio cognitivo, posso farne quello che mi pare, proprio come posso farlo con una lettera a me indirizzata\”.
Gratteri: \”Regalo ai criminali\” \”Noi sproniamo continuamente i cittadini a collaborare con lo Stato nella lotta alle mafie, chiediamo che denuncino, che non siano omertosi. E\’ davvero molto grave – denuncia il procuratore aggiunto di Reggio Calabria – lanciare il messaggio che lo Stato adesso vuole l\’opposto, ovvero punire l\’ imprenditore che ha la prontezza di registrare col cellulare chi lo minaccia o gli chiede il pizzo. Anche perché gli avvertimenti avvengono una volta sola, poi arrivano le bombe\”. \”Questa proposta – continua Gratteri – è un grande deterrente per chi vuole aiutarci nella lotta alle mafie: non vi è maggiore tutela del privato, non vi è tutela delle indagini. In più lede il diritto di informazione\”. Sui tre mesi di durata dell\’inchiesta, \”una cosa del genere segnerebbe la fine delle indagini per mafia. Tre mesi non bastano neppure per dimostrare un\’ estorsione. Siamo al ridicolo\”.

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