Sono passati trentun anni dalla strage di Capaci, come da quella di via D’Amelio. Tante indagini, tanti processi ma purtroppo ancora nessuna verità certa. Fino a quando non si farà luce in modo inequivocabile sui mandanti occulti, sulla possibile complicità di uomini dello Stato, continueranno a non avere senso le commemorazioni. La mafia sarà davvero sconfitta solo quando lo Stato porrà fine alle ambiguità presenti nei suoi apparati e le dichiarerà davvero guerra, eliminandola dal suo interno.
Falcone e Borsellino, meritano rispetto, non vuote rievocazioni. Devono essere ricordati ogni giorno e non perchè sono stati uccisi, ma per ciò che sono stati: due grandi uomini, due grandi magistrati, che hanno fatto scuola, che hanno tracciato un percorso, che hanno saputo collaborare per il bene di tutti. Le cerimonie, le parate, le passerelle istituzionali, non servono. Serve, invece, ricordarli sempre nell’agire quotidiano, farli conoscere alle giovani generazioni, fare nostro il loro impegno e testimoniare, così, in modo autentico il valore della loro vita.