Una settimana dopo quel terribile 19 luglio del 1992 in via D’Amelio a Palermo, a Roma, in via Amelia, un’altra giovane vita si spezzò: Rita Atria, la picciriddra, come affettuosamente la chiamava il giudice Borsellino, si tolse la vita. Non ebbe la forza di sopportare il male che era deflagrato con la strage di via D’Amelio. Aveva solo 17 anni quando cominciò a denunciare tutto ciò che sapeva e di cui era testimone e trovò in Paolo Borsellino un riferimento certo, anche dal punto di vista umano. Non sopportò il dolore della morte del giudice: dalle parole del suo diario traspare la disperazione e la paura di essere rimasta sola a lottare. Qualche giorno fa sono state anche riaperte le indagini sulla sua morte e, se ci sono ombre o incertezze, speriamo si faccia definitivamente luce per rendere giustizia alla memoria di questa giovane e coraggiosa ragazza.
Nessuno che lotta contro la criminalità organizzata dovrebbe sentirsi abbandonato, nessuno, dopo una scelta coraggiosa come quella di denunciare dovrebbe essere lasciato solo, facile preda della disperazione!